«Fratelli tutti»: una nuova scossa nel lavoro per fare migliore il mondo
mercoledì 14 ottobre 2020

Gentile direttore,

ispirandosi a san Francesco, che diede una scossa alla Chiesa nel XIII secolo con un’adesione totale al Vangelo di Cristo e con l’annuncio che siamo “tutti fratelli”, il Papa che ha scelto per sé il nome del Santo di Assisi, ha scritto la sua terza Enciclica firmata sulla tomba del Povero frate e che contiene 287 punti ben chiari per realizzare un mondo migliore basato su una politica ed economia più umane, che non guardino soltanto al potere e al profitto ma cerchino di trovare l’interesse nel prossimo che ha bisogno di essere tutelato e protetto. Nella Fratelli tutti un’attenzione speciale è per gli “scartati”, che sono anch’essi membri della società, con l’invito a saper andare contro corrente, cercando di superare questo fenomeno e tendendo la nostra mano al povero, come dice il Libro del Siracide scelto come tema della quarta Giornata del povero che verrà celebrata domenica 15 novembre. In questa occasione, mi è dolce ricordare la prima Enciclica della storia della Chiesa, la Ubi primum scritta da Benedetto XIV, papa Lambertini, 280 anni, fa ovvero il 3 dicembre 1740. Era rivolta ai vescovi di tutto il mondo per richiamarli ai loro compiti e a curare bene la preparazione dei nuovi sacerdoti, così che fossero dei veri testimoni di fede e del Signore.

Marco Giraldi, Prato


Proprio così, gentile signor Giraldi: duecentottantasette “punti” ben chiari e due bellissime preghiere che sono conclusione e culmine dell’enciclica Fratelli tutti . Che è prosecuzione e sviluppo del grande magistero dei Papi. Nella forma di una potente Lettera all’umanità tutta intera che, come già la Laudato si’, papa Francesco da innamorato di Dio e della nostra povera e meravigliosa umanità ha scritto con parole cristiane che tutti, comunque credano e la pensino, possono intendere e fare proprie per dare una “scossa” e senso buono all’impegno – uso le sue parole – «per realizzare un mondo migliore». Per questo bisogna avere anche la forza, l’umiltà e l’onestà di aprire gli occhi sui mali che ci assediano, dentro e fuori la Chiesa.

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