sabato 15 giugno 2013
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In una società «matura» ogni diritto è ben definito e tutelato. Quello della famiglia (così come la definisce l’articolo 29 della Costituzione) e quelli della persona e delle persone. Tutte senza discriminazioni. Ma bene ha fatto la presidente della Camera, Laura Boldrini, a ribadire nella Palermo del "Gay pride" la «centralità» della famiglia naturale (e costituzionale) fondata sul matrimonio tra un uomo e una donna e aperta alla vita. Ma se questa «centralità» non è solo un modo di dire, non si possono fare o anche solo auspicare confusioni. Il piano matrimoniale è esclusivo della famiglia. Evocare, per esempio, una «gradualità» nell’attribuzione del «diritto all’adozione» a persone che non vogliono (coppie di fatto) o non possono (coppie dello stesso sesso) sposarsi significa fare una grave confusione. Sui figli, che comunque sono sempre figli di una donna e di un uomo, non si accampano «diritti».
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