sabato 14 maggio 2016
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L a risposta ottimale si articola a mio avviso in quattro punti. Una politica monetaria ancora più coraggiosa dell’attuale nella quale la Bce trasferisca denaro ai cittadini direttamente ( people quantitative easing) e non più tramite le banche che non lo fanno poi affluire al settore produttivo approfittando di questa fase di deflazione e sostenendo in modo deciso la domanda aggregata. Una politica fiscale veramente espansiva a livello europeo che rilanci gli investimenti. Un reddito di cittadinanza che diventi anch’esso sostegno alla domanda aggregata e promuova al contempo la dignità dei riceventi tenendo saldo il timone sull’obiettivo del reinserimento del mondo del lavoro o comunque della 'piena attività' anche attraverso lavori sociali. Il primo e il terzo punto potrebbero saldarsi con un reddito di cittadinanza fornito in cambio di prestazioni di lavoro e finanziato dalla Bce che aumenterebbe senz’altro la reputazione dell’Ue agli occhi dei suoi cittadini. L’ultimo tassello fondamentale è quello di una strategia fiscale che penalizzi non il momento della produzione ma quello del consumo finale i prodotti provenienti da filiere a minore sostenibilità sociale e ambientale. Ovvero, applicando il principio al tema della sostenibilità ambientale, non una carbon tax ma una green consumption tax. Mentre infatti la vecchia carbon tax alla Pigou (l’economista che la 'inventò') in un mondo globalmente integrato finirebbe per alzare il differenziale di costo di produzione con i concorrenti esteri, facendoci perdere altra occupazione, la green consumption tax penalizzerebbe sullo scaffale dei punti vendita i prodotti più inquinanti e con meno dignità del lavoro promuovendo la dignità del lavoro sia da noi che nei Paesi del Sud del mondo. Questa strategia fiscale sarebbe fondamentale per evitare che la globalizzazione diventi una corsa al ribasso sui diritti del lavoro e la tutela dell’ambiente e per assicurare che i suoi benefici possano distribuirsi su una fascia più vasta della popolazione. Non è solo sulle opportunità per gli eccellenti ma anche su una vita decente per i normali che si gioca il successo del contrasto allo spettro dei nazionalismi e la costruzione di una globalizzazione che sia corsa al rialzo e non al ribasso sui diritti della persona. Leonardo Becchetti © RIPRODUZIONE RISERVATA
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