Elogio dei politici con senso del limite (ma senza sognare cappe di piombo)
mercoledì 17 febbraio 2021

Gentile direttore,
apprezzo Draghi e sono contenta che sia stata affidata a lui la guida del Governo. Credo che sia ora di cambiare e che i partiti politici abbiano necessità di imparare a dialogare sui contenuti e che debbano finirla con le contrapposizioni sterili finalizzate solo a dimostrare il proprio potere. Ma credo anche che i media e in particolare i telegiornali debbano essere più sobri. Non se ne può più di questa sfilata di politici che commentano anticipando cosa dovrà fare il Governo. Sono certa – lo spero vivamente – che Draghi e i nuovi ministri faranno le scelte che sono necessarie senza lasciarsi condizionare da queste 'anticipazioni'. Non crede che lo spazio attribuito ai politici sia eccessivo e non giovi a creare un clima di rispetto per chi governa? Grazie del suo parere. Con i più cordiali saluti e con la stima per lei e per 'Avvenire'.

Carla Andreotti

Capisco e condivido lo spirito della sua rimostranza, gentile e cara signora Andreotti, e – come sa – anch’io non amo la politica delle chiacchiere, ma quella dei (buoni) fatti. Detto questo, vorrei rappresentanti politici capaci e però con il senso del limite e dunque capaci di autoregolarsi e, al tempo stesso, vorrei rappresentati – cioè noi cittadini elettori – in grado di premiare politici di quella pasta e di penalizzare, invece, gli spacciatori di slogan vuoti, presuntuosi e dannosi. Spero che anche in questo senso la stagione di collaborazione obbligata tra distinti e assai distanti inaugurata dalla nascita del governo Draghi possa dare frutti positivi. Non ne sono sicuro, ma lo spero. Fortemente. Noto, infine, che lei è polemica soprattutto con lo «spazio eccessivo» e con le «contrapposizioni sterili» che caratterizzano il dibattito politico e non con il dibattito politico tout court. Sottolineo questo punto. Non vorrei mai vivere in un Paese dove la regola imposta e comunque subita fosse quella di 'non disturbare il manovratore' (o come si diceva qualche anno fa del 'lasciateci lavorare'). Senso del limite e concretezza sempre di più, cappa di piombo mai.

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