domenica 1 febbraio 2009
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Caro Direttore, il 20 gennaio è nato Luca! Nel giorno dell’investitura di Barack Obama e della conferma di Kakà al Milan, la nascita di mio figlio è come un granello di sabbia in più: c’è ma non si vede! L’essere «due in una sola carne» ha dato compimento al Matrimonio, sacramento vivificante di quel Dio-Amore tanto caro a Benedetto XVI. Eppure per quel granellino di sabbia non verrà sprecata nemmeno una riga sui quotidiani; del resto io e mia moglie siamo una banale coppia eterosessuale, per di più (felicemente) cristiano­cattolica praticante! Come legiferato di recente in Belgio, quale attenzione può meritare «un insieme funzionale di cellule», del «materiale biologico umano» casualmente passato da feto a neonato? Se poi la buona notizia è che di Dio “non ne hai bisogno” (a ognuno il kerygma che si merita), tanto da volerlo scrivere sugli autobus, perché confondere un evento biologico con qualche pastoia catto-clericale del tipo: «la vita è un dono di Dio e i figli una sua benedizione?» Ma che ci vuole fare, caro direttore, mia moglie e io siamo convinti che quel granellino di sabbia sospinto dal vento dello Spirito finirà prima o poi nell’occhio di qualche benpensante radical-chic e allora quanto collirio e discernimento serviranno! Non vogliamo dar fastidio a nessuno, né cercare clamore (quello è semmai lavoro da opinionisti) ma, essendo il nostro quinto figlio, abbiamo la convinzione che la sana intransigenza di noi cattolici nel difendere e amare la vita nascente in ogni sua forma e “qualità” (siamo «a immagine e somiglianza di Dio», sempre) saprà cambiare qualcosa, granellino dopo granellino, con irriducibile garbo e irremovibile dolcezza.

Andrea Milzani Gottolengo (Bs)

Mi spiace, ma nella sua lettera c’è almeno un errore: infatti ha proprio sotto gli occhi un bel po’ di righe dedicate da un quotidiano alla nascita del suo Luca! E inizio, ovviamente, col rivolgere un caloroso augurio a tutta la sua famiglia, a partire da sua moglie, donna sicuramente di grande tempra, poi a lei, che non appare da meno, e ai quattro fratelli di Luca. Lei ha ragione a confrontare il lieto evento che vi ha coinvolti con gli episodi, alcuni dei quali quasi surreali, che la cronaca ci ha scodellato nei giorni scorsi. Grande storia, cronaca e anche varie amenità si mescolano e compongono un caleidoscopio variopinto rispetto al quale un bimbo che nasce, per chi guarda superficialmente, può apparire dettaglio insignificante, trascurabile: eppure noi sappiamo che non è affatto così. Siamo appena usciti dal tempo natalizio, che è tornato a ricordarci come proprio la nascita di un bimbo abbia rappresentato l’evento culminante dell’intera storia umana, perché in quel neonato si è manifestata la possibilità di salvezza per l’intero universo. E ogni bimbo che nasce è, agli occhi di chi crede, riverbero di quel gioioso annuncio sul quale merita imperniare la vita. Per questo avete ben ragione a essere orgogliosi e intransigenti: famiglie come la sua non hanno bisogno di finire sui rotocalchi per “parlare”: è la vostra stessa esistenza a trasmettere in modo incontrovertibile il messaggio che la vita vale per se stessa; che accoglierla e mettersi al suo servizio con generosità rende sereni e rafforza l’equilibrio, dà la capacità di superare le avversità, dona la sensibilità per scorgere il passo della Provvidenza nelle nostre giornate. Grazie davvero di cuore per l’«irriducibile garbo e l’irremovibile dolcezza».
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