È possibile liberare il calcio e la domenica
domenica 26 marzo 2017

Caro direttore,
tutti hanno irriso l’allenatore del Napoli Sarri che ha definito le partite della domenica a mezzogiorno «uno schifo». Sarri ha ragione, spalmare le partite di calcio in tutti i giorni della settimana è un sacrilegio che ha ucciso definitivamente la poesia del calcio, e molte altre cose. Quel calcio simultaneo che accadeva solo di domenica pomeriggio, le radioline con quelle voci, il buco della serratura di 90° minuto, e poi tutto il glamour della Domenica Sportiva. Mario Sconcerti, grande giornalista sportivo, dice che però adesso siamo tutti più colti di tecnica del calcio, sappiamo cos’è un 4-4-2. Tecnica appunto, ma non più l’epifania della domenica pomeriggio, quella cosa aspettata e infine rivelata, un banchetto sportivo tanto atteso. Ora è un buffet continuo a cui si indugia senza appetito. Il tempo migliore della domenica, quella bolla magica tra la santa Messa e il pranzo è per sempre persa, in balia di un risultato che se va male, da tifosi ci consegna a tutta la tristezza del pomeriggio domenicale. Lo stesso si può dire del sabato sera leopardiano. Tornare indietro è impossibile, imperano enormi interessi economici. Proprio Giacomo Leopardi, uno che conosceva bene la malinconia della domenica, sarebbe d’accordo con Sarri che, usando la parola «schifo» è stato più aulico del solito. Anche il «giovane favoloso» di Recanati una volta definì «schifo orribile e propriamente tormentoso» gli stupidi giochi dei suoi coetanei (Pietro Citati, “Leopardi”). Cordiali saluti

Gabriele Bronzetti, Bologna

Sto con Sarri, caro dottor Bronzetti. Meno, in questo caso, con Leopardi. Perché i giochi dei ragazzi non sono sempre intelligentissimi, ma se sono giochi veri sono sempre preziosi. Sto con Sarri e il suo “mezzogiorno libero” e anche di più. Resto infatti affezionato a una bella e ormai antica idea, che era già in circolo quando cominciai a fare questo mestiere: le partite le farei tutte insieme di sabato pomeriggio. E la domenica la restituirei alla gioia della famiglia, dell’amicizia, del tempo dato e condiviso con Dio. Che non esclude affatto lo sport. Ma non mette la passione calcistica su nessuna affaristica pletora di malinconici altarini domenicali e anche infrasettimanali. Ormai impossibile? Nulla di buono mai lo è davvero. Anche liberare il calcio, e la domenica.

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