Combattere l'infedeltà fiscale e smontare ciò che la incentiva
martedì 15 settembre 2020

Caro direttore,
nel cuore di agosto il signor Francesco Z. si chiedeva polemicamente e chiedeva a lei e agli altri lettori se non fosse l’unico italiano così «ingenuo» da pagare le tasse. Si consoli, siamo almeno in due e, tralasciando le battute, siamo in molti. Però vorrei sottolineare che, molto spesso, gli evasori siamo anche noi quando, pensando al piccolo risparmio immediato, accettiamo di pagare in nero – si dice così – evitando l’Iva. Anch’io faccio collezione di “foglietti inutili” ovvero le ricevute delle fatture pagate su cui lo Stato, visto che sono solo un privato cittadino, non mi riconosce nulla. Ho letto però un sacco di articoli secondo cui evitando questo tipo di evasione col rendere neutro per il pagatore, o addirittura premiando in qualche misura il suo comportamento corretto, una fetta consistente dell’evasione verrebbe a sparire, con l’incremento del gettito Iva e un conseguente aumento del reddito imponibile con un notevole vantaggio per l’erario, e in definitiva per noi tutti. Alcuni anni fa avevo dovuto ricorrere a un artigiano per alcuni lavori e, guardando il progressivo della fattura, rilasciata dietro mia richiesta e naturalmente caricata dell’Iva, avevo notato che il suddetto aveva ufficialmente lavorato circa una volta al mese, eravamo a settembre; chissà come avrà fatto a sopravvivere, poveretto... E potrei continuare!

Bruno Battistone

Fa bene a non continuare con gli esempi, gentile signor Battistone: ognuno di noi ha esperienza di tenaci e furbesche infedeltà fiscali come quelle che lei racconta ed evoca. Eppure le cose stanno cambiando, in maniera disomogenea per aree di attività e territori, ma progressivamente, vorrei dire inesorabilmente. Anch’io colleziono da anni “foglietti inutili”, fatture e ricevute fiscali. Che un po’ alla volta, però, sono diventati meno inutili (e poi io so che in ogni caso “inutili” non sono). Anche perché alcuni meccanismi premiali per il cittadino- utente-contribuente sono stati via via introdotti (fino al recentissimo, e impressionante, bonus del 110% per l’efficienza energetica delle nostre abitazioni). E ho visto e vedo, nonostante la fatica della crisi ora indotta dalla pandemia, sempre più esercizi, operatori e imprese di diverse proporzioni emetterli senza esitazioni, senza scuse e senza traccheggiamenti. Problemi tutti risolti? No, non ancora. Per i motivi che lei richiama, ma anche per l’inadeguatezza di un sistema fiscale che tende, per esempio, a considerare sostanzialmente permanente nel tempo il reddito di lavoratori autonomi, che queste certezze invece non sempre e non tutti hanno. Mi fermo qui, perché sto toccando il tasto della giustizia fiscale anche dal lato dei pesi fiscali presuntivamente – mi vien da dire presuntuosamente – maldistribuiti e rischierei di farla lunga. L’evasione è un male gravissimo, e su queste pagine continueremo a ripeterlo sempre con chiarezza. Tuttavia l’incapacità di vedere tutta la realtà “storta” – nelle sue diverse facce e cause – è un male davvero serio.

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