Coltellate mortali e coltellate morali. Eppur dobbiamo saperne uscire
mercoledì 21 ottobre 2020

Gentile direttore,
vorrei condividere con lei alcuni pensieri su fatti dei giorni scorsi che mi lasciano perplesso. Lungi da me ovviamente portare le ragioni a chi toglie la vita, per qualsiasi motivo, ma nella questione del professore francese ucciso per aver mostrato le vignette contro Maometto, credo che il punto fondamentale sia capire in che contesto queste vignette siano state mostrate. E una risposta a questa domanda non l’ho ancora trovata e forse mai la troverò su un giornale, perché ovviamente la 'causa' passa sempre in secondo piano quando l’'effetto' diventa subito un caso mediatico come è stato per la prima strage al giornale francese. Per quale motivo è stata fatta questa scelta per una lezione a scuola? Come è stato affrontato l’argomento? Pare che il professore in questione abbia invitato gli studenti musulmani a uscire se non se la fossero sentiti di osservare le vignette. È scuola questa? È inclusione? Se sapeva che il suo gesto avrebbe potuto offendere, perché lo ha portato avanti? Con quale scopo ha mostrato le vignette? Se era per affrontare il tema della laicità, poteva semplicemente parlarne senza mostrare alcunché, portando magari anche altri esempi, forse quelle stesse vignette del giornale che prendevano in giro noi italiani, o il bimbo morto sulla spiaggia (vado a memoria). Se lo ha fatto per marcare un confine... la lezione ha avuto il successo sperato... e persino cercato... Ma queste sono risposte che credo non troveremo mai sui giornali, tutto si fermerà all’epilogo, all’uomo 'nero' (se ancora si può dire, ma non credo) che uccide barbaramente, senza pensare che dietro a ogni uomo ci sono sempre e comunque dei sentimenti, che all’uno hanno armato la mano, all’altro hanno armato la voce.

Simone Capra

Sì, gentile signor Capra, è piuttosto difficile farsi le domande che lei si fa, e anche altre. E non è facile parlarne. Qualcuno capisce sempre in modo 'storto'. Ma lei sta scrivendo a un giornale che invece le domande se le fa, e che offre quelle riflessioni e quelle domande scomode e vere, che condanna senza esitazioni e senza ambiguità le coltellate mortali e ogni altro strumento assassino usato in nome di Dio, e dunque bestemmiando il Suo nome, e rifiuta lo logica del dileggio e delle coltellate morali – Ferdinando Camon le ha chiamate così su queste pagine: «Non sto con la satira quando diventa sadica». Per questo ci serve saggezza e semplice civile rispetto. O non ne usciremo. E invece dobbiamo uscirne, insieme. Per questo ci serve la chiarezza e il coraggio del dialogo. E ci serve la libertà responsabile che ha radici nell’umana fraternità.

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