sabato 22 giugno 2013
COMMENTA E CONDIVIDI
Esattamente dieci anni fa, il 28 giugno 2003, papa Giovanni Paolo II pubblicava Ecclesia in Europa, una lettera apostolica indirizzata agli europei. Fortemente consapevole del fatto che il continente da qualche tempo si stava allontanando dalle proprie radici cristiane, il Pontefice esortava la Chiesa, che stava per fare il suo ingresso nel nuovo millennio, a reggere l’urto e a conservare il proprio posto al centro della vita dei popoli europei. La Chiesa in Europa deve essere, insisteva il Papa, una Chiesa per l’Europa. E il cardinale Reinhard Marx, arcivescovo di Monaco e Frisinga, presidente della Commissione degli episcopati della Comunità europea (Comece), ha insistito a sua volta di recente sul fatto che la Chiesa non intende abbandonare l’impegno assunto nel progetto europeo e al servizio di tutti coloro che si adoperano per esso.L’interfacciarsi quotidiano fra Chiesa e istituzioni Ue è guidato e portato avanti proprio dalla Comece, la cui segreteria si trova nel cuore del quartiere europeo di Bruxelles. In questo particolare momento, i vescovi della Comece desiderano accendere nuovamente le speranze di tutti coloro che sono impegnati per l’integrazione del continente, senza dimenticare i cittadini, che vorrebbero vedere affluire in massa alle urne alle elezioni europee del prossimo maggio e che desiderano convincere che c’è un futuro positivo e di speranza per l’Europa.I vescovi hanno chiesto al loro ufficio a Bruxelles di organizzare un evento per onorare il decimo anniversario di Ecclesia in Europa: la "Settimana della Speranza", che prenderà il via lunedì prossimo e si concluderà quattro giorni dopo, la sera di giovedì. I vescovi, infatti, sono convinti che tale iniziativa possa infondere nuove speranze in un momento molto difficile, in cui la visione fondante è stata eclissata dai drammatici effetti collaterali della crisi economica e dall’insorgere degli spettri del nazionalismo, del populismo e della xenofobia. Quasi vent’anni fa Jacques Delors lanciava la ricerca di «un’anima per l’Europa» e, più di recente, papa Benedetto XVI e Jonathan Sacks, rabbino capo delle Congregazioni ebraiche unite del Regno Unito, sono tornati su questo tema. L’evento vuole essere una nuova risposta alla chiamata di Delors puntando i riflettori su una serie di santi, beati e uomini e donne dalle virtù eroiche che, con i loro insegnamenti o tramite i loro esempi di vita, hanno reso testimonianza a tali virtù e hanno incarnato valori centrali del sogno europeo.Le mattinate saranno dedicate a figure quali il beato Jerzy Popieluszko, la beata Hildegard Burjan, Christian de Cherge e san Pedro Poveda. A metà giornata si svolgerà una serie di quattro conferenze, incentrate su figure di personalità cristiane note per le grandi virtù. Partiremo dallo studio delle loro vite per trovare la chiave di lettura alle problematiche più importanti che occupano un posto di rilievo nell’attuale agenda politica europea: istruzione dei giovani, etica negli affari, sostenibilità, libertà di movimento dei cittadini e dei migranti. In programma anche due discussioni serali. Il sacerdote siciliano, di recente beatificato, don Pino Puglisi, che affrontò la mafia pagando con la vita, ci invita a riflettere sul fenomeno della criminalità organizzata e sulle misure che l’Ue sta adottando per combatterla. Il beato Karl Leisner, seminarista tedesco ordinato clandestinamente sacerdote a Dachau dall’arcivescovo francese Gabriel Piguet, attira la nostra attenzione su un elemento spirituale senza il quale non sarebbe stato possibile costruire l’Europa: la riconciliazione.La "Settimana della Speranza" centrerà il proprio obiettivo se mostrerà come la virtù e i valori cristiani cari alla società civile, vissuti in modo eroico e perseguiti non a fini egoistici, contribuiscano alla costruzione di un mondo migliore. Avrà ottenuto i risultati sperati se sarà chiaro che la Chiesa è una compagna di viaggio sulla strada verso un’integrazione europea caratterizzata da solidarietà e giustizia sociale. Promette effetti duraturi se avrà convinto chi lavora, oggi, per il continente di domani che la Chiesa è al servizio di tutti quelli che cercano di dare un’anima all’Europa.
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: