mercoledì 9 dicembre 2009
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Caro Direttore,oggi ho fatto lezione a scuola con Avvenire. Ho letto ai miei studenti di scuola superiore (insegno nell’Istituto Tecnico Commerciale della città) il mirabile articolo sulle supercarceri americane, in cui i detenuti versano in condizioni estreme (Avvenire del 26 novembre, pagina 3). Crudo, duro, ma grande occasione di confronto e di crescita per un’età in cui è chiara la linea fra male e bene e in cui, per chi sbaglia, la condanna è sempre senza pietà.Ho avuto modo in questi giorni di forzato riposo per malattia, di leggere con attenzione il quotidiano che da sempre mi sono trovata fra le mani: da bambina, quando, la sera, sentivo dalla mia camera la mamma leggere al papà gli articoli importanti; da giovane neolaureata, quando trovavo spunti e approfondimenti economici e sondaggi, e ora da adulta nel leggere pochi giorni fa il suo editoriale d’insediamento ho trovato un passaggio del testimone semplice, coerente, lineare di chi faceva già parte della famiglia di Avvenire.Ho apprezzato il saluto sincero e affettuoso del direttore Boffo che ho conosciuto e che suo malgrado ha portato la croce della diffamazione con grande dignità. Avvenire rappresenta un punto di riferimento chiaro nel panorama dell’informazione, cha sa affrontare ancora temi con un approccio giornalistico serio, che lascia il segno e la traccia, che aiuta a formare una coscienza critica. Ci aiuta a diventare uomini e donne liberi. Mi ha aiutato in qualità di presidente di Azione cattolica ad amare e conoscere la Chiesa. Mi aiuta nell’attuale ruolo di presidente del Consiglio comunale a dare uno sguardo non superficiale al mondo a volte così sofferente in cui viviamo. Mi aiuta infine a trovare sempre una ragione di serena analisi della complessità. Di tutto ciò vi ringrazio. Con viva cordialità.

la Presidente del Consiglio comunale di Reggio Emilia prof.ssa Emanuela Caselli

Cara Presidente,sono io a ringraziarla.Il suo apprezzamento ci fa sentire ancora più responsabili del giornale che facciamo e ci rende un po’ più felici nel fare il nostro lavoro. Di questi tempi, è un regalo davvero grande.
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