sabato 21 marzo 2009
COMMENTA E CONDIVIDI
Ci voleva Papa Ratzinger per ascoltare finalmente un ragionamento illumi­nato sull’attualità africana, in riferimento alle grandi contraddizioni socio-politiche­economiche, ma soprattutto antropologi­che, che assillano il grande continente. A differenza di certe cancellerie che guarda­no solo e unicamente alla salvaguardia dei propri interessi geo-strategici, Benedetto XVI è davvero portatore di un Vangelo ca­pace di generare un approccio integrale ai problemi che assillano l’umanità dissemi­nata nei bassifondi della storia. È bastato a­scoltare ieri alcuni passaggi del suo inter­vento all’aeroporto di Luanda, nel corso della cerimonia di benvenuto in terra an­golana, per comprendere l’ampiezza di un messaggio straordinariamente profetico. Ha ricordato come la nazione angolana sia ricca di risorse naturali e 'forte' sul piano umano. «Utilizzate queste vostre preroga­tive per favorire la pace e l’intesa fra i po­poli, su una base di lealtà e uguaglianza che promuovano per l’Africa quel futuro paci­fico e solidale al quale tutti anelano e han­no diritto». Parole dirette, queste del successore di Pie­tro che nutre compassione – quel cum pa­tire sinonimo d’empatia del cuore – nei confronti di un popolo, quello angolano, cartina di tornasole dei molti paradossi a­fricani. Se da un parte infatti la crescita e­conomica di questa ex colonia portoghese sfiora il 25% su base annua grazie al fio­rente business petrolifero, dall’altra è a dir poco incandescente la questione sociale: su un totale di 16 milioni di abitanti, 14 so­pravvivono in condizioni di miseria, men­tre gli analfabeti superano il tasso del 70%. Per non parlare dei rigurgiti indipendenti­stici della più riottosa delle 18 province, la Cabina, da cui peraltro si estrae la metà del greggio angolano. In questo contesto c’è da rilevare che la vec­chia leadership, al governo dai tempi della Guerra fredda, è riuscita a rimanere sulla cresta dell’onda, stringendo accordi com­merciali soprattutto con i cinesi. Gli eroi del­l’indipendenza dal Portogallo oggi vivono arraffando quattrini a destra e a manca e abbracciando un liberismo sfrenato. A dif­ferenza del colonialismo occidentale che ha sempre fatto largamente uso della ma­nodopera locale, la Cina sta trasferendo in Angola, come anche nel resto dell’Africa, centinaia di migliaia di propri connaziona­li (secondo alcune fonti addirittura milioni). Cinesi in stato di detenzione, deportati con lo scopo di realizzare ponti, strade, ferrovie ed altre infrastrutture. Alcuni di loro sono ammassati in veri e propri campi di con­centramento, altri sopravvivono in condi­zioni pietose dentro gigantesche tendopo­li. A parte i galeotti comuni, tra i deportati figurano anche detenuti per reati d’opinio­ne: politici, insegnanti, avvocati, medici, e­conomisti. Dal canto loro gli angolani fan­no fatica a sbarcare il lunario e assistono impotenti alle azioni predatorie delle com­pagnie cinesi, di altre nazioni straniere e in alcuni casi multinazionali. Basta camminare nelle baraccopoli di Luan­da per rendersi conto di cosa stiamo par­lando. Ecco perché, senza citare diretta­mente i soggetti di questo neocolonialismo del Terzo Millennio, Benedetto XVI ha invi­tato il popolo angolano e in primis la sua classe dirigente a «non arrendersi alla leg­ge del più forte», non svendendo cioè «la propria dignità». A questo proposito ha ri­chiamato i fondamentali del suo magiste­ro, affermando che queste ingiustizie sono inaccettabili perché «Dio ha concesso agli esseri umani di volare, al di sopra delle lo­ro tendenze naturali, con le ali della ragio­ne e della fede». Poche ore dopo l’arrivo a Luanda, incon­trando le autorità politiche e il corpo di­plomatico, ha rincarato la dose, ricordando che è necessario affermare uno sviluppo e­tico facendosi portavoce dei poveri che «chiedono una conversione profondamen­te convinta e durevole dei cuori alla frater­nità ». Nel frattempo, è bene rammentarlo, la Chiesa Cattolica non sta alla finestra a guardare. «Per volontà del suo divino Fon­datore – ha ricordato il Papa – essa è accanto ai più poveri di questo continente», grazie alla dedizione, senza riserve, di tanti apo­stoli del nostro tempo.
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: