Vaccini anche per i poveri: passare dalle parole ai fatti
mercoledì 1 settembre 2021

Gentile direttore, le notizie di questi ultimi giorni sul tema dei necessari obiettivi della campagna internazionale di vaccinazione anti-Covid impongono alla politica e all’opinione pubblica italiana e mondiale delle riflessioni molto serie e anche delle decisioni non più rinviabili per il bene della collettività. Purtroppo sta accadendo quanto paventato da molte autorevoli persona-lità, e anche da me, all’inizio di quella che si sta rivelando come una delle campagne vaccinali più imponenti della storia: senza l’intervento di un’azione coordinata a livello globale, la logica di mercato sta prendendo il sopravvento e le multinazionali farmaceutiche coinvolte stanno, com’è logico che sia, approfittando della situazione per incrementare i propri profitti.

E così, abbiamo appreso dallo studio congiunto Oxfam-Emergency che solo Pfizer/BioNTech e Moderna potrebbero far pagare quest’anno agli Stati 41 miliardi di dollari in più rispetto al costo di produzione stimato dei vaccini. Poi il Financial Times ha svelato quelli che sarebbero gli effettivi rincari: Pfizer/ BioNTech avrebbe aumentato il prezzo del proprio vaccino di oltre il 25% e Moderna di oltre il 10% creando, come ha giustamente sottolineato su queste pagine il professor Renato Balduzzi, un 'oligopolio' di fatto con cui si hanno pochi o nulli margini di spazio nella trattativa, essendo di fatto i vaccini a mRNA gli unici su cui si sta investendo, almeno a livello europeo. Non si tratta di mettere all’indice questi colossi farmaceutici: fanno semplicemente il loro mestiere, cioè incrementano i propri affari. Si tratta piuttosto di riaffermare il primato della politica che in un tempo di pandemia non può che mettere al centro il diritto alla Salute, che i nostri padri costituenti hanno voluto inserire, non a caso, tra i principi fondamentali all’articolo 32. È per questo che ho chiesto al presidente del Consiglio Mario Draghi e al ministro della Salute Roberto Speranza un impegno ancora più forte per sensibilizzare l’Unione Europea e tutti gli Stati di buona volontà sulla richiesta della sospensione temporanea dei brevetti che, in sede di Organizzazione mondiale del commercio, è portata avanti da India e Sudafrica. È necessario aumentare la produzione dei vaccini e garantire l’approvvigionamento anche agli Stati del Sud del mondo che sono ancora ben lontani da una copertura vaccinale sufficiente. Inoltre, si tratta di sancire il principio del 'vaccino bene comune' o, come è stato brillantemente scritto su 'Avvenire', come 'nuovo pane quotidiano della solidarietà' a cui tutti devono poter accedere a costi ragionevoli. Il mio ragionamento non vuole essere una messa in discussione della proprietà intellettuale.

Dobbiamo essere grati ai ricercatori di queste case farmaceutiche che, in tempi record, hanno messo a punto dei vaccini che potrebbero presto portarci fuori dalla pandemia. Ma non dobbiamo neanche dimenticare che queste aziende hanno goduto dei finanziamenti elargiti dagli Stati per portare avanti le loro sperimentazioni. Dunque, con la sospensione temporanea dei brevetti, peraltro prevista dall’Accordo Trips nel caso di emergenze di sanità pubblica, avremo la possibilità di produrre un maggior numero di dosi e di garantirle a prezzi più contenuti. Se c’è una lezione che abbiamo imparato dalla pandemia è che l’egoismo non paga. E che se vogliamo uscirne, non dobbiamo pensare solo al nostro giardino, ma anche ai Paesi più poveri, dove si continuano a generare varianti che, prima o poi, faranno la loro comparsa anche da noi, come avvenuto per la famigerata variante Delta. Giustizia sociale, solidarietà, ma anche motivazioni di carattere sanitario ci dicono che questa è la soluzione migliore. Mi tornano in mente le parole di papa Francesco quando sottolineò l’importanza di essere guidati da «uno spirito di giustizia che ci mobiliti per assicurare l’accesso universale al vaccino e la sospensione temporanea del diritto di proprietà intellettuale». Troppo spesso noi legislatori elogiamo le parole del Papa senza poi lavorare per rendere concreti i suoi auspici. Ora è il momento di passare dalle parole ai fatti.

Farmacologa, deputata M5s e presidente Intergruppo parlamentare 'Scienza & Salute'

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