I mi S'ignuri: una filastrocca in un dialetto ricco
martedì 20 dicembre 2016

I MIE S’GNURI

I mie s’gnuri s’im parmat

ev’vi di un salmunsat

el vi di in puec paroli

in sta not a neat un fiol


L’ha net a Batlamm

l’e Geseu al Nazaren

l’è teant temp k’a son per sta vie

con une sporte par da drie


Con un pecul reghelen

da regale a Geseu Bamben

lei an’ gh’ è fass e no mantal

d’infasè stal Geseu Bal


Geseu bal Geseu d’amaur

la pasion noste Signaur

Geseu bal Geseu d’amaur

la pasion noste Signaur


LOR SIGNORI

Lor signori se permettono

vi voglio dire un piccolo salmo,

ve lo voglio dire in poche parole

questa notte è nato un figlio

è nato a Betlemme

è Gesù Nazzareno

È da molto tempo che sono per questa via,

con una sporta sulla schiena

con un piccolo regalo

da regalare a Gesù Bambino

lì non ci sono né fasce né mantelli

per fasciare quel bel Gesù

Gesù bello, Gesù d’amore

la passione del nostro Signore.

Gesù bello, Gesù d’amore

la passione del nostro Signore.


Questo piccolo gioiello di poesia popolare è stato raccolto a Comacchio da Riccardo Carli Ballola e Leonello Simoni ed è contenuto nel volume Poesia popolare orale comacchiese, edito nel 1979 da Rizzati-Marino. Si tratta di una piccola filastrocca ancora largamente diffusa e rielaborata negli ultimi anni da alcuni gruppi di animazione teatrale assai attivi nel territorio che ne hanno conservato il carattere poetico originale.

Attraverso la produzione di una serie di rappresentazioni di teatro sociale dialettale, i gruppi Tempera menti e Al Batal riescono ancora a coinvolgere ampi strati della popolazione locale e a conservare la bellezza e l’originalità del dialetto comacchiese che presenta un vocalismo molto interessante, differenziandosi enormemente da quello di altri dialetti delle aree emiliane-romagnole.

Questa particolarità linguistica si è generata probabilmente grazie alla speciale posizione geografica che questo antico borgo ha vissuto nel corso della sua storia millenaria: un’area territoriale speciale, situata all’imbocco di un ramo principale del Po e protesa, da un lato verso l’Emilia, dall’altro verso la Romagna e a pochi chilometri dal Veneto.

Vivere in un territorio circondato da varie sovranità confinanti ha arricchito la lingua dialettale locale, oltre che di innumerevoli storie e racconti tradizionali, fra cui un ampio repertorio di canti di tematismo religioso, di una originalità linguistica che si manifesta nell’uso continuo del gioco delle vocali a causa dei mutevoli aspetti che esse assumono a seconda della loro posizione nella sillaba e nella parola.

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