mercoledì 14 settembre 2022
Il presidente tra le truppe a Izyum riconquistata, mentre il capo del Cremlino va all'incontro con il cinese Xi in cerca di aiuti. Per Reuters, Mosca rifiutò l'accordo che escludeva Kiev dall'Alleanza
Guerra giorno 203: la sfida tra Zelensky e Putin. E il bluff russo sulla Nato
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Una foto in prima linea, nel giorno 203 della guerra in Ucraina, vestito con la mimetica come i militari che lo attorniano: l’immagine del presidente Volodymyr Zelensky a Izyum esprime la fiducia del Paese aggredito nella possibilità di ribaltare completamente le sorti del conflitto. Sull’altro fronte, il presidente Putin, in giacca e cravatta, si trova in Uzbekistan per il vertice dell’Organizzazione della cooperazione di Shanghai, dove chiederà al leader cinese Xi Jinping aiuti concreti per non perdere sul campo l’“operazione militare speciale”. Il capo del Cremlino non è mai stato in prima linea e si ricorda una sola apparizione al fianco dei suoi soldati in un ospedale militare.

"Ci muoviamo in una sola direzione: avanti e fino alla vittoria", ha detto Zelensky nella sua visita alla città strategica nordorientale, appena liberata durante la controffensiva di Kiev. "Dobbiamo inviare un messaggio alle persone nei territori occupati, in Crimea. È la nostra gente e l'occupazione, più di otto anni fa, è una tragedia. La guerra non si combatte solo con le armi. La Russia attacca con la televisione e altri media e con la guerra dell'informazione", ha scandito il presidente, secondo il quale i territori ripresi negli ultimi giorni ammontano a 8mila chilometri quadrati.

Nel frattempo, l'esercito ucraino sta avanzando in quasi tutta la regione di Kherson, nel Sud, secondo quanto dichiarato da Nataliya Humenyuk, portavoce delle forze di difesa meridionali. Le truppe del Paese invaso starebbero impegnando le forze russe anche alla periferia di Lyman, caduta in mano agli occupanti dopo una lunga battaglia alla fine di maggio. La città si trova a meno di 150 chilometri da Donetsk, la capitale dell'autodichiarata Repubblica Popolare che, con quella di Lugansk, copre la parte del Donbass sotto controllo di Mosca. In altre zone, le forze ucraine avrebbero raggiunto il confine con la Russia e le recenti riconquiste potrebbero permettere l'interruzione delle linee di rifornimento alle città di Severodonetsk e Lysychansk, occupate dalla Federazione all’inizio dell’estate.

L’avanzata ucraina, che ha sfruttato il fattore sorpresa e l’attuale superiorità al fronte in mezzi militari e tecnici, non potrà proseguire a lungo con questo ritmo. Kiev deve consolidare le conquiste, garantire i rifornimenti e non allungare troppo le sue linee per non farsi trovare scoperta. Nel frattempo, Mosca continua a bombardare senza un’apparente strategia, se non quella di cercare di fiaccare la resistenza della popolazione. Ma il morale ucraino è oggi alle stelle, mentre i militari russi sono stati visti scappare dalle zone di combattimento togliendosi la divisa per confondersi con i civili.

In un momento simile, ci sarebbe forse spazio anche per qualche iniziativa diplomatica più incisiva, soprattutto verso Mosca. Ma un’inchiesta dell’agenzia Reuters, diffusa nelle ultime ore, lascia poche speranze sulla disponibilità del Cremlino a sedersi a un tavolo. Secondo la ricostruzione fatta dai reporter britannici, il principale inviato russo, all'inizio della guerra, disse a Putin di aver trovato un accordo provvisorio con Kiev che avrebbe soddisfatto la richiesta di tenere l'Ucraina fuori dalla Nato, ma Putin lo avrebbe rifiutato e proseguito con la campagna militare, secondo le testimonianze raccolte da tre persone vicine ai vertici di Mosca.

Secondo queste fonti di Reuters, l'inviato di origine ucraina, Dmitry Kozak, riferì a Putin che l'accordo raggiunto avrebbe eliminato la necessità per la Russia di perseguire un'occupazione su larga scala del Paese. Prima della guerra, il Cremlino aveva ripetutamente affermato che l’Alleanza atlantica con la sua espansione verso Kiev rappresentava una minaccia esistenziale per la Russia, costringendola a reagire militarmente. Ma, nonostante il precedente sostegno ai negoziati, Putin avrebbe replicato, quando gli fu presentata la possibile intesa, che le concessioni negoziate dal suo diplomatico non erano sufficienti e che aveva allargato i suoi obiettivi includendo l'annessione di ampie porzioni di territorio ucraino, sempre secondo i racconti anonimi diffusi dall’agenzia. Di fronte a questa ricostruzione, Mosca ha negato e Kiev non ha né smentito né confermato.

Resta la sensazione che ci voglia un’ulteriore svolta sul terreno perché le due parti possano convincersi a trattare una tregua nel breve termine. E attualmente la possibilità meno remota, ma non per questo probabile, è che vi sia un altro repentino cedimento delle truppe russe…

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