sabato 25 giugno 2022
Missili lanciati dai cieli della Bielorussia, i difensori lasciano Severodonetsk. "Uccisi 80 polacchi". Kiev: la controffensiva sarà in agosto. Il Cremlino avrebbe sostituito Dvornikov con Surovikin
Guerra giorno 122: i piani d'attacco di Kiev e i nuovi cambi di generali russi
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Nel 122° giorno di guerra in Ucraina si è completato il ritiro delle forze di Kiev da Severodonetsk, con un ridisegno della difesa nel settore di Lysychansk, nel Lugansk ormai quasi tutto nelle mani di Mosca, mentre l’Armata continua ad avanzare lentamente anche nel quadrante Sud, secondo il rapporto degli 007 britannici. Ma, pur di fronte a questi rovesci sul terreno, il capo dell'intelligence militare, generale Kyrylo Budanov, si dice certo che l'Ucraina sconfiggerà la Russia e riprenderà tutti i suoi territori.

Intervistato da Itv, Budanov ribadisce che ad agosto vi sarà una svolta e prima della fine dell'anno i combattimenti cesseranno. Il ritiro da Severodonetsk è una decisione "tattica", "per ottenere un successo strategico, il nostro comando ha deciso di raggrupparsi su nuove posizioni. Personalmente ritengo sia una decisione giusta", ha affermato Budanov. "L'Ucraina tornerà ai suoi confini del 1991, non ci sono altri scenari", ha proseguito, riferendosi dunque alla Crimea e alle due repubbliche separatiste di Donetsk e Lugansk.

La svolta prevista è però ancora lontana. E il Cremlino intensifica l’offensiva sfruttando l’attuale fase di debolezza dell’esercito di Kiev, provato da quattro sanguinosi mesi di guerra. Nelle ultime ore, decine di missili sono stati lanciati dai cieli della Bielorussia contro la regione di Chernihiv, a nord-ovest di Kiev, dove è stato ripristinato il coprifuoco. Sei aerei Tu-22M3 hanno sparato 12 missili da crociera dalla città di Petrykaw, nel sud della Bielorussia, hanno riferito fonti ucraine. I bombardieri sarebbero decollati dall'aeroporto di Chaikovka, nella regione russa di Kaluga, a 270 chilometri a nord del confine ucraino. Sono quindi entrati nello spazio aereo della Bielorussia e, dopo aver lanciato i missili, sono tornati in Russia, ha riferito l'intelligence ucraina, aggiungendo che oltre al villaggio di Desna i caccia di Mosca hanno colpito obiettivi nelle regioni di Kiev e Sumy (nel Nord-Est). Non si segnalano vittime, ma è stata colpita almeno una infrastruttura.

L’interpretazione è che l'attacco sia legato agli sforzi del Cremlino tesi a trascinare in guerra la Bielorussia come cobelligerante. L'azione ha infatti preceduto di poche ore l'incontro a San Pietroburgo fra il presidente Vladimir Putin e il suo omologo bielorusso Alexander Lukashenko. Nel summit, si è parlato di missili Iskander M che Mosca potrebbe dare a Minsk e della possibilità di caricare testate nucleari sui caccia bielorussi. Secondo il “Kiyv Independent”, sei missili lanciati dal Mar Nero hanno raggiunto l'oblast di Leopoli, quattro dei quali hanno colpito installazioni militari nel distretto di Yavoriv.

Inoltre, l'esercito russo afferma di aver colpito con armi di precisione un impianto industiale a Kostiantynivka, nel Donbass, uccidendo "fino a 80 mercenari polacchi" e distruggendo "20 veicoli da combattimento corazzati e 8 sistemi lanciarazzi multipli". Il portavoce della Difesa, Igor Konashenkov, ha detto che "nelle ultime 24 ore oltre 300 soldati ucraini e mercenari stranieri sono stati eliminati e 35 armi pesanti sono state distrutte alle porte di Mykolaiv".

Malgrado i successi di queste settimane, al vertice delle forze armate di Mosca impegnate nell’invasione dell’Ucraina (si parla ora di 330mila uomini) restano forti tensioni. Fonti di Londra segnalano che dall'inizio di giugno l'Alto Comando russo avrebbe rimosso numerosi generali da ruoli operativi di comando. Fra questi, il comandante delle truppe aviotrasportate, generale-colonnello Andrei Serdyukov, e il comandante del Raggruppamento delle Forze Meridionali, generale di armata Alexandr Dvornikov, il quale è stato per un periodo responsabile dell’intera “operazione militare speciale”. Il comando del Raggruppamento delle Forze Meridionali sarebbe ora passato al colonnello-generale Sergei Surovikin, 55 anni, già impegnato anche sul fronte siriano, la cui carriera è stata macchiata da accuse di corruzione e brutalità. In particolare, partecipò al tentato golpe militare dell’agosto 1991 a Mosca, fu poi arrestato e quindi graziato da Eltsin per avere solo obbedito agli ordini dei superiori.

Sul fronte dell’energia, da segnalare che la Germania sta pensando di convertire parti del gasdotto Nord Stream 2 in un collegamento per un terminale di gas naturale liquefatto sulla costa del Mar Baltico. Secondo “Der Spiegel”, il ministero dell'Economia tedesco valuta la possibilità di espropriare la parte del sistema di gasdotti situata in territorio tedesco e di “isolarla” dal resto dell’infrastruttura. Gazprom ha completato alla fine dello scorso anno il Nord Stream 2, progettato per raddoppiare il flusso di gas russo verso la Germania, ma la condotta non è ancora stata utilizzata. Il cancelliere Scholz lo ha bloccato per l’aggressione russa all’Ucraina. Subito Mosca ha dichiarato di essere pronta ad adire le vie legali contro l’eventualità di un uso diverso del gasdotto.

Infine, il Senato di Ottawa ha approvato gli emendamenti alla legge sulle misure economiche speciali, che prevedono la confisca e l'uso a sostegno dell'Ucraina dei beni russi sequestrati in base alle sanzioni internazionali. Il Canada diventa così il primo Paese a espropriare definitivamente gli asset di Mosca recentemente congelati, una soluzione invocata da molti per finanziare la ricostruzione nel Paese invaso.

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