mercoledì 22 giugno 2022
Mosca compensa i minori acquisti di petrolio dell'Europa vendendo l'energia a Cina e India. L'impennata dei prezzi sta aumentando anche i ricavi su cui può contare il Cremlino. Minacce alla Lituania
Guerra giorno 119: il soccorso alla Russia dai Brics e le tensioni nel Baltico
COMMENTA E CONDIVIDI

Giunta al suo 119 giorno, la guerra in Ucraina vede un inasprirsi dei combattimenti nel Donbass, con avanzata dell’Armata di invasione, e verso Kharkiv a Nord, mentre prosegue la controffensiva di Kiev a Kherson, nel Sud, dove il governo di Zelensky ha lanciato un appello per l'evacuazione di centinaia di migliaia di residenti nella zona occupata, in vista di un’ancora più massiccia operazione militare di riconquista.

Intanto, una delle più grandi raffinerie petrolifere della Russia meridionale - l'impianto di Novoshakhtinsk, nella regione di Rostov, a pochi chilometri dal confine ucraino - è stata attaccata da due droni che hanno provocato un incendio, presto domato. Nessuna rivendicazione dell’azione che, come altre rare incursioni oltre frontiera, potrebbe essere stata condotta dalle forze ucraine per dimostrare la possibilità di colpire, seppure simbolicamente, alcune infrastrutture strategiche del nemico.

La tensione sale anche tra Mosca e i Paesi baltici e scandinavi in seguito al caso Kaliningrad. Il blocco dei trasporti merci, per i beni sottoposti a sanzione della Ue, verso l’exclave russa da parte della Lituania è diventata un tema caldissimo dentro la crisi più generale. Di Kaliningrad si parlerà certamente nel vertice europeo che si aprirà nelle prossime ore. Ma anche la Gran Bretagna, ormai fuori dall’Unione, è pronta a prendere le parti di Vilnius per difenderla da possibili rappresaglie di Mosca. Tagliare le forniture di elettricità alla Lituania, ancora dipendente per il suo fabbisogno da una rete che la collega alla Russia, è infatti tra le opzioni studiate dal Cremlino per rispondere al blocco. È quanto ha detto il presidente della commissione Affari internazionali della Duma, Leonid Slutsky. In base a un accordo risalente al 2001, i tre Paesi baltici fanno parte della rete Brell, che li unisce a Mosca e Minsk. L’indipendenza energetica sarà raggiunta, grazie a un cavo sottomarino verso la rete europea, solo nel 2025.

E anche la Finlandia è "pronta a resistere alla Russia se attaccata", secondo il capo delle forze armate di Helsinki, il generale Timo Kivinen, il quale ha spiegato che il suo Paese è pronto a un’eventuale azione ostile e che opporrà una dura resistenza nel caso in cui ciò avvenisse. "I finlandesi sono motivati a combattere e hanno costruito un notevole arsenale", ha detto Kivinen, sottolineando che "abbiamo sviluppato la nostra difesa militare proprio per il tipo di guerra che viene condotta in Ucraina”.

Sul fronte diplomatico, da registrare anche le parole del leader di Pechino, di difficile interpretazione rispetto ai destinatari finali. Le spinte "dell'egemonismo" e la "politica dei blocchi contrapposti" provocheranno solo "guerre e conflitti", ha detto infatti il presidente cinese Xi Jinping, nel suo intervento al Business Forum virtuale dei Paesi Brics, di cui fanno parte Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica. A parere di Xi, "la storia ha dimostrato” che le conflittualità sul campo “non porteranno la pace e la sicurezza". Un richiamo a Mosca o una considerazione generale, indirizzata anche al fronte occidentale che sostiene Kiev?

Forse è più plausibile la seconda opzione, dato che sono proprio i Brics che stanno venendo in soccorso dell’economia di Putin, messa sotto pressione dalle ritorsioni decise dall’Europa. Secondo il “New York Times”, un'impennata della domanda asiatica di petrolio russo a prezzo scontato sta compensando il numero molto inferiore di barili venduti all'Europa, attenuando gli effetti delle sanzioni occidentali. La maggior parte del petrolio aggiuntivo è stato destinato a due Paesi: Cina e India. Le importazioni di petrolio di Mosca da parte di Pechino sono aumentate del 28% a maggio rispetto al mese precedente, mentre l'India è passata da acquisti zero a 760.000 barili al giorno. Il greggio viene venduto con un forte ribasso a causa dei rischi associati alle misure punitive imposte alla Russia per l'invasione dell'Ucraina.

Tuttavia, la forte crescita dei prezzi dell'energia ha portato a un aumento delle entrate petrolifere per Mosca, che in maggio ha incassato 1,7 miliardi di dollari in più rispetto ad aprile. Inoltre, il rublo ha consolidato il suo improbabile status di valuta dalle migliori prestazioni al mondo sui mercati monetari, salendo questa settimana a nuovi massimi pluriennali grazie ai guadagni derivanti proprio dalle esportazioni di petrolio e gas.

© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: