Tra guerra e pace tante parole che fanno pensare e (spero) agire
venerdì 6 maggio 2022

Caro direttore,

le scrivo per ringraziarla molto per la sua presa posizione circa la guerra in Ucraina e in particolare per l’articolo su “Avvenire” del 3 maggio 2022 intitolato «Una verità semplice» (che contiene quanto lei ha detto alla manifestazione trasmessa in tv, per radio e via internet “Pace Proibita”). È una riflessione semplicemente illuminata da umanità, spirito di verità e sguardo evangelico.

Roberto Mancini


Gentile direttore,

sono un suo ammiratore per come guida “Avvenire”, che ha portato a un livello di eccellenza, e come editorialista, di cui condivido quasi sempre le analisi. La seguo anche con interesse anche, quando, come questa settimana, cura la rassegna stampa “Prima Pagina” su Rai Radio 3. Conosco la sua posizione contro l’invio di altre armi in Ucraina e so che ha partecipato all’incontro di intellettuali, organizzato da Michele Santoro, intitolato “Pace proibita”. Mi chiedo, però: se non vengono inviate queste armi, Putin si fermerà e si siederà a un tavolo per cercare un compromesso, che porti alla auspicata pace? In questo caso non si può non essere che d’accordo. Ma se non si ha tale garanzia, è certo che, senza armi, si manderanno gli ucraini al massacro. E ai parenti delle migliaia di persone sacrificate senza colpa alcuna, che diciamo? Che sono morte per niente? Se mi è sfuggito qualcosa, mi scuso, ma a me sembra che anche un’anima santa come papa Francesco sta supplicando entrambe le parti a sospendere il fuoco contemporaneamente e a interrompere questa strage di popolazione civile inerme. La saluto cordialmente, con immutata stima

Dario Ursini


Caro direttore,

ho trovato il suo editoriale del 3 maggio «Una verità semplice» realistico e vero. E sono giunto alla conclusione che non riusciamo a superare l’insidia della logica del contrasto – o tutta guerra e armi (scelta scellerata) o tutta ricerca della pace (in ritardo) non ne veniamo fuori. Perché non unire gli sforzi? Oggi servono gli strumenti grossolani e duri per arginare l’inondazione, mentre prepariamo le braccia per costruire gli argini contro la violenza e la guerra per il futuro. Altrimenti temo che finiremo per alimentare tutti insieme una contrapposizione insanabile.

Andrea Cerretti


Gentile direttore,

voglio farle i miei più sinceri complimenti l’intervento che ha fatto nella trasmissione di Michele Santoro “Pace Proibita”. Un discorso da persona di statura morale e di umanità che con coraggio e determinazione ha chiarito che l’unica guerra alla guerra è la Pace. Mi creda mi sono commosso, ad ascoltare parole profonde come le sue, che solo chi ama il mondo e coloro che lo abitano può trovare. Ci tengo tanto che lei sapesse che anch’io, come tante altre persone, sono dalla sua parte. La Pace ha un costo: il coraggio di dire la verità. Grazie.

Gennaro Laudiero

Gentile direttore,

la ringrazio per quanto lei dice in televisione, alla radio e scrive nei confronti di questa guerra che sta dilaniando il nostro cuore, i nostri pensieri e le anime e i corpi di chi vive in Ucraina e in Ucraina oggi fa la guerra. Sia ucraini che russi. Quando mi capita di ascoltarla in tv, è poco dire che mi sento rinfrancata. Sento quello che dice e che scrive è in coerenza con una visione dell’umanità che appartiene anche a me e con la verità trasmessa dalla nostra fede. Tanti citano la Seconda guerra mondiale, ma nessuno dice come è finita; nessuno ricorda quella bomba a Hiroshima le cui conseguenze si protraggono fino a oggi. Parliamo di foraggiare guerre con le armi; parliamo di reinvestire nella produzione di armamenti, ma abbiamo persone vittime di terremoti che a distanza di anni vivono ancora in baracche. Persone che sono nella povertà assoluta. Scuole che non funzionano e sono in condizioni fatiscenti... Non vi è contezza del significato dei termini democrazia, libertà, fratellanza, progresso. Quando la ascolto, mi creda, mi si riempiono gli occhi di lacrime e ringrazio il Signore che vi siano persone come lei. Grazie ancora.

Franca Ornella Leggieri


Sono proprio persone come voi, cari amici e gentile amica, che mi spingono e mi aiutano a trovare le parole. Parole che aiutino a pensare anche se magari non basta a tutti ciò che indicano. Parole in replica e dialogo che, come le vostre, fanno pensare me e non mi lasciano in pace mentre in tanti, e in modi anche assai diversi, cerchiamo la via della pace nonostante la ferocia delle battaglie e i fumi avvelenati delle propagande. Non ho certezze in tasca, solo occhi per vedere la sofferenza degli inermi e anche di chi veste la divisa. Ho orecchie per intendere il Papa e ogni altro resistente alla guerra. E ho un’immensa stanchezza dello scandalo atroce della violenza bellica, ma soprattutto non voglio rassegnarmi a esso. So che tanti provano questi stessi sentimenti. La guerra riproduce e moltiplica se stessa, da sempre. La pace è un lavoro senza fine e senza alternative, segnato dal dolore e dai fallimenti, eppure pieno di speranza.

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