mercoledì 22 marzo 2017
Per il sottosegretario il ritorno all’obbligatorietà non necessariamente potrebbe rinforzare il desiderio oltre che il dovere di fare qualcosa
Giovani del Servizio civile nazionale in udienza da papa Francesco (Osservatore Romano)

Giovani del Servizio civile nazionale in udienza da papa Francesco (Osservatore Romano)

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Caro direttore,

ho letto la sua risposta al signor Teresio Asola ('Avvenire' di domenica 19 marzo) che le aveva scritto circa la possibile reintroduzione del Servizio militare di leva. In effetti il tema sollevato è di cruciale importanza, e spesso si dimentica che la 'leva' è stata sospesa, non abolita mentre resta sempre fermo il «sacro dovere» di difendere la patria. Lei opportunamente argomenta che questo «dovere di cittadinanza» dovrebbe tradursi in un «Servizio Civile obbligatorio che sia davvero universale». Tale opzione è stata oggetto anche di una proposta di legge che presentai insieme con l’onorevole Realacci ormai dieci anni or sono. Ma ora non ne sono più convinto e ritengo che il Servizio Civile possa diventare universale pur restando volontario.

Questa convinzione è maturata anche proprio a partire dalla responsabilità che mi è stata affidata prima nel governo Renzi e ora in quello attuale per il Servizio Civile. Intanto un dato: il Rapporto giovani 2016 dell’Istituto Toniolo, nel focus dedicato al Servizio Civile, ci fornisce due informazioni: il 91% dei giovani è contrario all’obbligatorietà; ma – proprio tra i giovani più svantaggiati che poco conoscono il Servizio Civile – si trova un potenziale enorme di crescita della scelta di dedicare un anno della propria vita al Servizio Civile. Ne discende che il ritorno all’obbligatorietà non necessariamente potrebbe sortire il risultato di far crescere il senso del 'noi' e rinforzare il desiderio oltre che il dovere di fare qualcosa per gli altri e per il proprio Paese.

Insomma, l’obbligo potrebbe essere una scorciatoia. Se l’investimento che il Governo ha già fatto (nel 2017 ci sono risorse per far 'partire' circa 50mila giovani a fronte dei 15mila del 2014), fosse ulteriormente rafforzato, nel giro di un triennio potremo dire di 'sì' a tutti quegli 80/90mila giovani che ogni anno chiedono di fare Servizio Civile. Ovvero moltiplicando le esperienze positive – 87% dei giovani che ha fatto servizio civile è soddisfatto della scelta – l’effetto di contagio sarebbe molto più forte e duraturo di qualsiasi obbligo. La sfida così si presenta ancor più impegnativa: per lo Stato, nel mantenere l’impegno di destinare nuove risorse tali da poter rendere il Servizio Civile veramente universale; per gli enti associativi, nel promuovere progetti e opere di alto valore sociale e formativo per i giovani; per i ragazzi, nel comprendere che l’appartenenza a una comunità non si regge solo sui diritti ma anche sui corrispondenti doveri.

*Sottosegretario al Lavoro e alle Politiche sociali

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