Se ci è cara democrazia
mercoledì 16 febbraio 2022

Le pronunce della Corte costituzionale sulle otto proposte referendarie avanzate da diversi e diversamente articolati comitati promotori annunciano, infine, la prossima indizione di una consultazione popolare su cinque quesiti, tutti riferibili a una stessa materia di gran delicatezza, l’amministrazione della giustizia e le conseguenze di questa attività su chi ricopre pubbliche funzioni. Il sesto quesito giudiziario, attinente alla responsabilità civile diretta dei magistrati, è stato invece bocciato al pari di quelli sull’omicidio del consenziente e sulla cannabis (ma non solo).

Questa serie di ammissibilità riconosciute o negate ci conferma che non tutte le proposte referendarie sono di sana e robusta Costituzione e che non tutti gli slogan a effetto sono sostenibili, nonostante l’immeritata fortuna di cui proprio gli slogan godono nel nostro tempo digitale di mezze verità e di bugie tutte intere. Ci sono quesiti sbagliati.

E non perché siano sbagliate le domande che lecitamente si agitano (anche quando non ci piacciono) nel corpo vivo di una società, ma perché sono quesiti costruiti male, che interverrebbero malamente sulle leggi e sulla vita di persone e comunità. La Corte è chiamata a vigilare perché non accada e perché non si ingeneri un plebiscitarismo suggestivo, arruffone, pericoloso. Ricordiamolo, se davvero ci è cara la democrazia.

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