Quegli errori di sistema (da uomo mi vergogno)
domenica 7 marzo 2021

Diciamo la verità: anche a noi uomini il femminismo e il me-too hanno insegnato qualcosa. Se non altro, a guardare con un po’ di sano sospetto i rapporti uomo-donna in tutti gli ambiti: casa, scuola, azienda, ufficio. Sono emersi troppi soprusi e troppe violenze commessi nella famiglia, nel lavoro, nello studio, per non allarmarci. Se lo scopo del femminismo e del me-too era quello di allarmare le donne e stringerle a fare rete, il risultato è che siamo allarmati anche noi uomini e ci troviamo irretiti a difenderle e a difenderci. Perché abbiamo scoperto questo: la liberazione della donna è automaticamente una liberazione dell’uomo, in una società paritaria se sta meglio la donna. sta meglio anche l’uomo.

La violenza di lui su di lei umilia anche lui. Sto scrivendo queste righe in un giorno e in un luogo che son pieni delle notizie di un uomo che avrebbe bruciato la sua casa, con la moglie e un’amica dentro, per tirare i soldi dell’assicurazione, e a rogo appena spento è corso in ospedale chiedendo ai medici: «Sono ancora vive?». Pare preoccupazione per aver perso la moglie, compagna della vita, madre di suo figlio, morto poco tempo fa in un incidente, invece, se gli inquirenti vedono giusto, quella domanda: 'Mia moglie è viva?' significa in realtà. 'Avrò o non avrò questi soldi?'. I soldi sono lo scettro del maschio. Leggo la cronaca, e come maschio mi vergogno. E spero che non sia così.

L’uomo si è autocondannato al potere. E non è vero che l’uomo vale di più. Al liceo e all’università c’erano un sacco di compagne più brave dei maschi. Metodiche, diligenti, precise. Io me le ricordo ancora. All’università c’era un professore che chiamava gli esaminandi a coppia, uno studente e una studentessa, e la studentessa prendeva sempre un voto più alto: cos’era, favoreggiamento? Poi, dopo la laurea, succedeva che i laureati maschi facevano carriere più brillanti, salivano più in alto. Era il 'sistema' che si comportava così, una istituzione con un direttore o un presidente valeva di più di una con una direttrice o una presidente. Non vorrei sbagliarmi, ma è ancora così. Un giudice emette una vera sentenza, una giudice emette qualcosa che somiglia a un parere.

Uno Stato ha un capo, maschio, se ha una donna fa la fine del Myanmar: dov’è Aung San Suu Kyi? Nella sua triste sorte non c’entra anche che lei è donna? Siamo ancora in piena pandemia, tutti ci rimettiamo, ma come mai le donne ci rimettono di più? Il femminismo ha inventato il motto 'Speriamo che sia femmina', ma è un augurio apotropaico, serve a scacciare una disgrazia. Tutto questo non lo capiremmo se non venissimo da anni e anni di femminismo, che ci ha aperto gli occhi. La rivendicazione delle quote rosa è (a mio parere) iniqua e potenzialmente dannosa alla società, non si dà un posto a una concorrente donna perché è donna, però ammettiamolo, ha finito per ridistribuire i ruoli, far arrivare le donne ai posti dove non sarebbero mai arrivate. Le donne puntano sui sentimenti.

La festa della mamma è molto più sentita della festa del papà, la festa del papà potrebbero anche abolirla, io non me n’accorgerei, e i miei figli nemmeno. Il maggior potere delle donne nella famiglia si vede quando la famiglia si rompe: la divisione dei mezzi per vivere è tale che la madre ce la fa a vivere e mantenere i figli, il padre separato no, quasi mai, e torna a vivere dai suoi genitori. Poiché succede troppo spesso, ci dev’essere un errore nel sistema. Un altro, che non cancella il primo. Quello contro le donne.

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