Per non rassegnarsi all'amore freddo
mercoledì 14 febbraio 2018

La profezia del raffreddamento dell’amore, alla quale si riferisce papa Francesco commentando il tempo presente nel suo Messaggio per introdurci alla Quaresima che per il rito romano inizia oggi, è una parola piuttosto forte di Gesù: «Sorgeranno molti falsi profeti e inganneranno molti; per il dilagare dell’iniquità, si raffredderà l’amore di molti» (Mt 24, 11).

La circostanza della parola di Gesù è apparentemente minima e casuale. I discepoli lo invitano ad ammirare la maestà della mura del tempio. Gesù li invita a considerarne la fragilità: nulla di ciò che è stato edificato dagli uomini, fosse anche per la gloria di Dio, resiste alla follia degli uomini. E a partire da qui avvia un discorso, molto duro e teso, sulla follia distruttiva degli uomini. Sotto la pressione di questa follia, che genera sempre nuove contese e guerre sempre più fratricide, e abbandona i popoli alla fame, alla malattia, alla distruzione, molti proveranno orrore e scandalo. Ma poi si lasceranno vincere dal risentimento e finiranno per odiarsi tra loro. Dove scarseggia il cibo, finiranno per abbondare le armi. Il colmo sarà raggiunto, aggiunge Gesù, quando incominceranno a sorgere «falsi profeti» che giustificheranno la necessità – economica, politica, eugenetica, persino religiosa – della violenza e dell’abbandono: promettendo salvezza per sé in cambio dell’odio per l’altro. Inganno supremo, vergognoso, diabolico. L’affermazione di Gesù sul gelo dell’amore arriva in questo punto esatto del suo discorso: quando la corruzione dilaga, l’amore si raffredda, è tentato di cedere. Le «donne incinte e quelle che allattano» dovranno essere messe in salvo per prime, ammonisce il Signore. È vero. La minaccia contro il figlio che sta per arrivare, e il figlio appena arrivato, è il simbolo di tutti i simboli del disprezzo per la vita. In ogni civiltà e ogni cultura, anche quelle che pensano di essere più evolute, si può insediare questo disprezzo. Quando si arriva a questo, vuol dire che il gelo dell’amore è arrivato al cuore. Quale amore si congela, in questa congiuntura difficile di cui parla Gesù? Non dobbiamo fare troppa fatica per immaginarlo. Tutto l’amore, si congela. Tutto. Non c’è da illudersi. Tutti gli affetti del mondo sono a rischio quando l’amore di Dio e del prossimo sono calpestati: comprati e venduti, umiliati e offesi, torturati a morte e gettati nella spazzatura della storia.

E così, commenta il Papa, non facciamo neppure fatica a immaginare quali sono i «falsi profeti» che coltivano le nostre illusioni e poi lucrano sulle nostre passioni. Sono «incantatori di serpenti», che ci spingono all’ossessione del godimento senza limiti e lucrano scientificamente sulle nostre frustrazioni senza fine. I falsi profeti sono ciarlatani autentici: ti vendono la schiavitù e te la spacciano come liberazione. Il fatto è che questo genere di ciarlatani non è più come il vecchietto dei film western, che raccomanda il suo miracoloso elisir per ogni male, un po’ suscitando curiosità, un po’ compassione. Questi sono un esercito. Vestono dal sarto, hanno lo staff. Sono presuntuosi e arroganti, ma sanno essere anche melliflui e persuasivi. Ti guardano con compassione, quando levi la tua voce a difesa dei piccoli, dei poveri, dei vecchi abbandonati, degli innocenti sacrificati e dei discepoli perseguitati.

La Quaresima del Signore è la nostra mossa annuale contro la rassegnazione al mondo degli incantatori e dei cialtroni. Incominciamo ad asciugare l’acqua in cui nuotano. Non spendiamo i soldi come vogliono loro. Possiamo essere una benedizione per il povero anche se non siamo ricchi. Possiamo rinunciare a ingozzarci come se ogni volta fosse l’ultimo pranzo. Possiamo benissimo ritrovare il piacere di condividere parole e cibo anche con quelli che non hanno da ricambiare. Possiamo far vergognare i prepotenti della loro vigliaccheria, mentre ritroviamo il coraggio di confessare la nostra: la conversione incomincia di qui. Ci sono demoni che si vincono con la preghiera e il digiuno, aveva detto Gesù, una volta, ai discepoli tentati dallo scoraggiamento. La preghiera e il digiuno quaresimale vanno interpretati e agiti come esercizio di disintossicazione dalla nostra assuefazione alle sostanze stupefacenti del diavolo. Prove di disgelo del cuore, insomma, per resistere ai giorni difficili dell’amore. E mettere in salvo l’umano che ci resta, comunque. Incominciando dalle donne e dai bambini.

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