sabato 4 agosto 2012
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Gentile direttore,
a Bologna il "Comitato articolo 33" sostenuto anche da Sinistra ecologia libertà (Sel) ha proposto un referendum consultivo contro il finanziamento delle scuole paritarie, cioè le scuole pubbliche non statali quelle che una volta erano chiamate "scuole private". I soldi che verrebbero spesi per mettere in piedi questo Referendum, circa cinquecentomila euro, basterebbero a garantire il posto alla Materna a settecento minori. Intanto la delibera che permette lo stanziamento annuale alle paritarie è sospesa e questo significa che dovrà essere ogni volta ridiscussa. Il segretario del Pd Raffaele Donini ha dichiarato: «Noi siamo favorevoli a continuare a concedere finanziamenti alle "private". Con un milione di risorse, il 3 per cento del budget complessivo della scuola, si dà la sicurezza di un posto alla materna a 1.736 bambini. Se si spostasse quel milione alle scuole comunali, i soldi basterebbero per circa 150 bambini». Infatti, dati alla mano, un bambino che frequenta una scuola comunale costa settemila euro, mentre in una scuola paritaria costa settecento euro. Al Comune di Bologna vengono dati ogni anno trentacinque milioni di euro per l’intera gestione scolastica della scuola materna: di questi, solo un milione andrebbero alle scuole materne paritarie. La differenza è enorme ma i benefici sono quantificabili. Si tratta solo di incallite ideologie ormai fuori dal tempo.
Gabriele Soliani, Reggio Emilia
 
Iniziative come quella del “Comitato articolo 33” sostenuta a spada tratta dai vendoliani bolognesi, gentile signor Soliani, sono i frutti deformi del pregiudizio o dell’inazione di quanti, in Parlamento, non hanno voluto o non sono stati capaci di dare – nei dodici anni trascorsi dall’approvazione della Legge Berlinguer – piena sostanza alla proclamata condizione di parità scolastica sulla quale, in perfetta aderenza alla Costituzione, si basa il nostro sistema nazionale d’istruzione. Un sistema teoricamente rispettoso della libertà educativa delle famiglie, assicurato sia da scuole statali sia da scuole non statali paritarie e aperto a tutti, cioè pienamente pubblico in entrambe le sue articolazioni. Si è fatto di tutto e di più – cioè in sostanza niente di positivo – per lasciare la parità scolastica solo sulla carta, lesinando le pochissime risorse destinate alle scuole istituite senza oneri per lo Stato grazie a una libera iniziativa dal basso. E ora, a Bologna, c’è chi vorrebbe stracciare pure un pezzetto di quella preziosa e troppo fragile carta. Poco importa che così si faccia danno alle famiglie e alle casse pubbliche, come lei ricorda con efficacia e con una citazione “doc”... Tuttavia per certi spacciatori di assurdi pregiudizi e di slogan a effetto conta solo il tornaconto mediatico e, forse, anche elettorale. Dico “forse” perché qualcuno purtroppo ci cascherà, ma c’è tanta gente che non è affatto stupida e capisce... E l’appello per le scuole non statali paritarie (che sono anche comunali) lanciato ieri dal presidente dell’Associazione nazionale dei Comuni italiani, Graziano Delrio, magari aiuterà qualcun altro ad aprire gli occhi.
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