Maturi e immaturi (ma il viaggio vale)
giovedì 17 giugno 2021

Sono iniziati gli esami di maturità per circa mezzo milione di studenti. Anche quest’anno saranno esami diversi dal solito a causa della pandemia di Covid-19. Niente scritti. Solo una prova orale di circa un’ora suddivisa in quattro segmenti diversi. Nella prima parte i maturandi esporranno un proprio progetto assegnato dai professori e svolto a casa nell’ultimo mese, poi passeranno all’interrogazione di italiano a cui seguirà l’analisi dei materiali offerti dalla commissione, nella parte finale saranno chiamati a parlare di educazione civica e delle proprie competenze specifiche acquisite durante l’ultimo anno. Il tutto in un’ora di orologio. I ragazzi saranno chiamati a una prova bruciante, dunque.

Sessanta minuti in cui far valere un percorso lungo cinque anni. Un’ora per illustrare le proprie conoscenze e, quel che è più difficile, per sconfiggere il demone della paura, se non del panico vero e proprio in certi casi. Per loro queste giornate rimarranno scritte nella memoria, tra improvvise perdite di fiducia e rinnovati slanci di entusiasmo, tra chi non vede l’ora di gettarsi di fronte alla commissione d’esame per togliersi il pensiero e chi preferirebbe ancora un po’ di tempo per riprendere quella materia che in testa proprio non vuole entrare. Uno a uno verranno chiamati alla prova, il loro destino si farà, in molti scopriranno che il vero esame era meno peggio del previsto, anzi, tanti di loro rimarranno sorpresi dalla velocità con cui tutto si è consumato. Nel corso dell’ultimo anno ho avuto la grazia di incontrarne a migliaia.

Maturandi. Ragazzi e ragazze prossimi alla fine di un percorso di studi che hanno iniziato da appena adolescenti e che finiranno da quasi adulti. Poi, ci sarà la scuola dei grandi, l’università. A molti di loro ho chiesto se avessero già piani precisi per il proprio futuro. La facoltà da prendere, la professione sognata, se avessero insomma iniziato quella pianificazione dell’esistenza sempre più imperativa e necessaria. Tanti, tantissimi, mi hanno risposto con occhi tra il preoccupato e il perso. No. Ancora nessun piano, nessuna facoltà precisa in mente, nessun futuro da disegnare con maniacale puntualità. Non si aspettano mai che un adulto possa condividere le loro incertezze, abituati a essere giudicati vivono i loro dubbi quasi come un peccato capitale. Invece è giusto così.

La loro è l’età delle piccole grandi insicurezze, delle tante passioni, ma più di tutto di quella speciale insoddisfazione che non risparmia nulla. Da adulti, genitori, educatori, cerchiamo di non svalutare la loro insoddisfazione, non facciamo del loro viaggio umano qualcosa di superfluo rispetto ai grandi piani del mondo. Facciamoli vivere il presente, i grandi esami della realtà, aspettiamoli come fiori che sbocceranno quando è ora. La vera sfida sta nello scommettere sulla loro insoddisfazione. Facciamola diventare un carburante, quello che animerà le grandi decisioni che prenderanno quando arriverà il momento giusto. Per ora, a tutti i ragazzi che hanno cominciato a saltare nella propria prova di maturità, un grande in bocca al lupo.

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