La volontà di trovarsi dei single involontari
sabato 22 giugno 2019

Grande idea quella dei frati di sant’Antonio di Padova di indire una giornata annuale dedicata agli scapoli e alle nubili che desiderano trovare l’anima gemella. La prima giornata è stata sabato 22 giugno, e su questo giornale ne parlano Sara Melchiori e Guido Mocellin. Il successo è stato così pieno che nel giorno precedente s’erano raggiunte le 400 prenotazioni, e si pensò di metterci uno stop. Ma è impossibile, e poi a cosa servono le prenotazioni, se si presentano alla festa persone che non avevano prenotato e chiedono di entrare, tu cosa fai, le mandi via? La verità è che di una festa del genere c’è un grande bisogno, e l’augurio è che s’impianti e si moltiplichi.
Dentro di me penso che anche ogni città dovrebbe avere anche la sua laica giornata dei single, con presentazioni, incontri, conoscenze, aperitivi e, per quelli che lo desiderano, cenetta a parte, in un ristorante vicino. Dal numero delle cene che seguono all'aperitivo deduci l’utilità della festa.

I frati dicono che fra i venti-cinquantenni single c’è una grande sofferenza, perché pensano che la vita sia ingiusta con loro, loro sentono che potrebbero essere buoni coniugi e buoni genitori, basterebbe soltanto che la sorte gli offrisse una chance per agganciare il partner giusto. Come tanti sanno, sant’Antonio è noto nel Sud America con l’appellativo di Casamenteiro, che significa colui che aiuta ad accasarsi. Perché i single dovrebbero andare alla festa di Sant’Antonio Casamenteiro? Perché qui vanno sul sicuro, sanno che tutti i presenti condividono la stessa idea di casa, di famiglia, di matrimonio, di figli... L’organizzazione a cui pensano i frati di sant’Antonio è in sostanza una grande agenzia matrimoniale tra persone compatibili, come lo era ieri la Fuci, la Federazione degli universitari cattolici. Una garanzia. La Fuci, grande incubatrice di matrimoni. Io vivo in una piccola città con una grande università, se si dovessero togliere da questa città i matrimoni fucini, la città si svuoterebbe.
Se in pochi giorni le prenotazioni alla festa di Antonio Casamenteiro sono quasi mezzo migliaio, vuol dire che i singles involontari sono una caterva. Uscire dalla singlitudine e sposarsi è la grande speranza della loro vita. Perché finora non l’hanno realizzata?

Per un errore della loro vita. Per inabilità a cogliere il momento giusto. Perché miravano troppo in alto (la «mela sul ramo più alto» di Saffo, che rimane lassù perché i raccoglitori non riescono a raggiungerla, neanche con la scala). Per timidezza, grande malattia dei giovani, e dei giovani migliori (gli amori più grandi sono quelli che si dichiarano con più fatica, si rivelano in mille modi ma non con le parole). Per dislivello di classe sociale (è la ragione meno nobile ma la più potente). Per sfiducia in se stessi, specie dopo qualche rifiuto. Per vendetta: le donne non mi vogliono, perciò non mi meritano.

Le sconfitte e i fallimenti migliorano. I single di 40 anni sono meglio dei single di trenta. I matrimoni che salteranno fuori da questa festa di Antonio Casamenteiro saranno più saggi e più felici dei matrimoni che quegli stessi coniugi avrebbero potuto contrarre 15-20 anni fa. Anche per questo la festa prenderà piede. Io spero, in ogni città.

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