Le poesie natalizie tra i poveri del Regno di Napoli
martedì 27 dicembre 2016

FERMARONO I CIELI

Fermarono i cieli la loro armonia

cantando Maria la nanna a Gesú

Con voce divina la Vergine bella

piú vaga che stella diceva cosí.

Rit. Dormi dormi Dormi

Fai la ninna nanna Gesù

Mio Figlio mio Dio mio caro tesoro

tu dormi ed io moro per tanta beltà

Dormendo mio bene tua Madre non miri

ma l’aura che spiri è fuoco per me. Rit.

O bei occhi serrati voi pur mi ferite

or quando v’aprite per me che sarà

Le guance di rose mi rubano il core

o Dio che si more quest’alma per te. Rit.

Mi sforz’a baciarti un labbro sí raro

perdonami caro non posso piú no

Si tacque ed al petto stringendo il Bambino,

al volto divino un bacio donò. Rit.

Si desta il Diletto e tutto amoroso

con occhio vezzoso la Madre guardò

Ah Dio ch’alla Madre quegli occhi quel guardo

fu strale fu dardo che l’alma ferí Rit.

E tu non languisci o dur’alma mia

vedendo Maria languir per Gesú

Che aspetti che pensi ogn’altra bellezza

è fango è bruttezza risolviti su Rit.

Sí sí che trionfa amor nel mio seno

sí sí vengo meno per doppia beltà

Se tardi v’amai bellezze divine

or mai senza fine per voi arderò Rit.

Il Figlio e la Madre la Madre col Figlio

la rosa col giglio quest’alma vorrà

La pianta col frutto il frutto col fiore

saranno il mio amore né altro amerò Rit.

Per costruire le sue Canzoncine spirituali S. Alfonso utilizza gli impianti musicali tipici delle villanelle e delle canzonette profane costruiti su strutture semplici che si caratterizzano per l’uso di scale modali, l’alternanza formulare strofa-ritornello e, in alcuni casi, l’impiego del dialetto. Così strutturate le cinque poesie natalizie Ti voglio tanto bene (1737), Fermarono i cieli (1738), Quanne nascette ninno, Bambino mio bellissimo, Tu scendi dalle stelle (1755) diventano assai popolari. In breve si diffondono fra tutti gli strati della popolazione ed in particolare fra i più poveri del Regno di Napoli; influenzano gli stili musicali tipici della musica religiosa dell’epoca tanto da diventare un genere musicale specifico. Il testo di Fermarono i cieli fu stampato per la prima volta nella XI Edizione delle Canzoncine spirituali nel 1785 e, tradotta in francese, entrò nel repertorio dell’Année Liturgique. Peppe Servillo ne ha inciso una versione discografica di grande intensità interpretativa proponendola più volte in varie versioni della ChiaraStella.

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