Il peacekeeping Onu la via per fermare tutte le guerre
martedì 31 maggio 2022

Ogni giorno, i peacekeeper delle Nazioni Unite si impegnano per proteggere centinaia di migliaia di persone vulnerabili che vivono in condizioni politiche e di sicurezza tra le più fragili al mondo. Il nostro personale, civile e in uniforme, difende i cessate il fuoco, previene e contrasta la violenza, svolge indagini su violazioni e abusi dei diritti umani e si adopera per promuovere pace, ripresa e sviluppo nei Paesi colpiti da conflitti.

È innegabile che la loro presenza salvi e cambi vite umane. In Sud Sudan, in un recente sondaggio, più dell’80% degli intervistati ha dichiarato di sentirsi più sicuro grazie alla presenza dei peacekeeper Onu. Durante l’operazione 'Let Peace Reign' nella Repubblica Centroafricana, i leader locali hanno affermato che l’aumento dei pattugliamenti ha rappresentato un deterrente per i gruppi armati, mentre i peacekeeper potenziavano fornitura di acqua potabile, assistenza medica e ripristino stradale. In alcune operazioni di pace, la missione principale è garantire una concreta tutela dei civili, a fronte della minaccia presente in loco. I nostri militari e poliziotti si adoperano attivamente per portare a termine questo man- dato nonostante le difficili e spesso pericolose condizioni. Tuttavia, l’obiettivo finale è creare i presupposti per risoluzioni politiche e una pace sostenibile.

È questa la vera misura del nostro successo. Sta però diventando difficile raggiungere questo obiettivo in un clima mondiale sempre più teso in termini di politica e sicurezza. I conflitti sono più complessi e sfaccettati, con tensioni locali alimentate da forze regionali, nazionali ed internazionali che agiscono solo nel proprio interesse.

Un numero sempre maggiore di attori è coinvolto nella violenza, tra cui criminali, terroristi ed altri soggetti armati. Non è semplice interagire con queste persone o gruppi, con motivazioni ed obiettivi diversi e spesso legati alla criminalità organizzata transnazionale, perché essi non sono realmente interessati a instaurare accordi politici per favorire una pace duratura. E un’ondata crescente di disinformazione, in alcuni Paesi africani, sta creando nuove minacce alla sicurezza del personale delle Nazioni Unite e alle comunità che essi servono. Nonostante i nostri migliori sforzi per garantire la sicurezza del personale, aumentano i peacekeeper feriti o uccisi in queste condizioni instabili. La frequenza degli attacchi cruenti contro le forze di pace è cresciuta da 280 nel 2020 a 463 lo scorso anno.

Nel 2021 ci sono state 24 vittime a causa di questi atti violenti. Tra loro, otto operatori di pace caduti quando il loro elicottero a marzo è precipitato nella parte orientale della Repubblica Democratica del Congo durante una missione di ricognizione a tutela della popolazione. Il peacekeeping Onu non è da solo in questo sforzo. Molti partner lavorano al nostro fianco per la pace. Continuiamo a rafforzare il partenariato con i 122 Stati membri che contribuiscono con oltre 75.000 militari e agenti di polizia alle nostre dodici operazioni di mantenimento della pace. Per questo motivo, il tema al centro della Giornata di quest’anno, celebrata domenica, è stato 'Persone. Pace. Progresso. Il potere del partenariato'.

Si è trattato di un’occasione per ringraziare ciascuno per il proprio contributo e per lanciare un nuovo appello alla mobilitazione all’insegna della pace e della sicurezza globali. Il peacekeeping è uno strumento imperfetto che non può mai soddisfare tutte le esigenze o le aspettative. I nostri obiettivi sono ambiziosi e non tutti saranno raggiunti. Talvolta ci si può interrogare su valore e impatto del peacekeeping. Ma che alternativa ha il peacekeeping? L’attività di mantenimento della pace delle Nazioni Unite continua al fianco dei nostri partner, per costituire un grande fattore di cambiamento in uno sforzo collettivo per il raggiungimento della pace e del progresso per tutti i popoli.

Responsabile del Dipartimento Onu per le Operazioni di Pace

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