giovedì 14 dicembre 2017
l successo della criptovaluta alimenta legittimi sospetti e può dare luogo a truffe, come testimoniano i lettori. Nello spazio dato anche su Avvenire c’è solo il tentativo di spiegare
I rischi dietro alla corsa dei bitcoin e il compito dell'informazione
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Gentile direttore
in questi giorni si sente parlare dei favolosi guadagni degli investimenti in bitcoin. Vorrei farle conoscere la mia esperienza in merito. Incuriosito da questi investimenti ho voluto anch’io provare per vedere il funzionamento di questa criptovaluta, avendo anche seguito su Rai2 ad agosto scorso un servizio in cui si decantavano i pregi di questa moneta sostenendo che era il futuro della finanza. Sul portale di un altro grande quotidiano nazionale si pubblicizzava un trader per questi investimenti. Mi sono iscritto, seguendo le loro istruzioni ho aperto un conto eseguendo un versamento tramite una banca inglese. Per vedere come funzionava ho versato una cifra di 1.000 euro. Dopo cinque giorni ho verificato che su questo conto erano arrivati i soldi e potevo incominciare a operare. Ho acquistato questi famosi bitcoin e mi appariva l’andamento dell’investimento, con somma sorpresa il capitale era in continuo calo e nel giro di 4 ore i miei soldi erano spariti. Se fossi andato al casinò probabilmente mi sarebbero durati di più! Avendo capito che si trattava di una truffa bella e buona contattai la trasmissione della Rai 'Mi manda Rai 3', tramite mail, ma non ho avuto l’onore di un minimo cenno di risposta. Ora mi rivolgo a lei. Distinti saluti.

Lettera firmata

Caro direttore,
lunedì 11 dicembre ho letto su www.avvenire.it il lungo pezzo dedicato ai bitcoin. Merita che il nostro giornale perda tempo nel descrivere il successo della cripto moneta? Lo dico da semplice cittadino: è opportuno contribuire a diffondere l’idea di poter far soldi con galline, mai esistite, che fanno le uova d’oro? Se qualcuno può guadagnare così tanto, chi è che ci rimette? Credo che 'Avvenire' – come Pinocchio – non debba fare da sponda, ai gatti e alle volpi che assicurano sui benefici degli zecchini d’oro che crescono sugli alberi… Come cristiano – che vorrei essere, anzi diventare – penso che comunque, anche se coi soldi guadagnati ricorrendo al sistema dei bitcoin facessi tante elemosine, debbo abituarmi a considerare che, di solito, la 'moltiplicazione del denaro' che non è frutto del proprio lavoro avviene a spese della povera gente. E questo senza scomodare papa Francesco, ma lasciandosi scomodare permanentemente dal lui, perché ce lo rammenta… Cordialmente.

Giuseppe Totaro presidente emerito Federazione Scuole Materne (Fism)

Gentili lettori, grazie delle vostre segnalazioni che mi consentono, su indicazione del Direttore, di raccomandarvi la lettura della pagina uscita ieri, mercoledì 13 dicembre, a cura del collega Pietro Saccò, dal titolo 'Bitcoin, la folle corsa della criptovaluta' (l’ampio articolo è disponibile anche sul sito https://www.avvenire.it/economia/pagine/b itcoin-la-folle-corsa-della-criptovaluta) in cui cerchiamo di allertare i piccoli risparmiatori sui rischi di dar retta alle sirene che promettono un guadagno forte e facile con le monete elettroniche. Nato nel 2009 come esperimento per i pagamenti online, una sorta di 'moneta elettronica popolare', quest’anno il bitcoin è diventato un fenomeno puramente speculativo, destinato ad arricchire pochi investitori molto informati e impoverire invece la stragrande maggioranza dei piccoli risparmiatori che non padroneggiano i sofisticati algoritmi e non dispongono della potenza di calcolo necessaria per maneggiare le criptovalute. Piccoli risparmiatori che rischiano di cadere per di più nelle promesse di mirabolanti ritorni pubblicizzate anche sulla stampa specializzata e non. Abbiamo pertanto avvertito la necessità – e continueremo a farlo – di informare compiutamente e mettere in guardia i nostri lettori, cercando di spiegare cosa si nasconde dietro la folle corsa dei bitcoin. Insomma: nessun gioco di sponda, se non quello con chi ci dà fiducia e ci legge.

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