martedì 18 febbraio 2020
Nel 2019 si sono registrati 520 licenziamenti di dipendenti della Pubblica amministrazione per ragioni disciplinari, con un aumento del 35% rispetto all’anno precedente
Dipendenti pubblici "infedeli" Serve soprattutto educazione civica

Ansa

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Gentile direttore,
continuiamo a apprendere attraverso i mass-media, delle ruberie nelle amministrazioni pubbliche, nella sanità ecc. Forse questo problema non verrà mai risolto. A mio avviso bisogna ripartire da zero, impegnandosi nell’Educazione civica, e non c’è più tempo da perdere. Ma quello che maggiormente mi colpisce è che non si è saputo mai niente della sorte di questi 'personaggi', se siano stati allontanati o no dai posti di lavoro. Sicuramente la Corte dei Conti, le altre autorità e anche i sindacati avranno preso i dovuti e giusti provvedimenti immediati. Magari 'Avvenire' può tranquillizzarmi...

Ronaldo Spinaci

Gentile signor Spinaci, le rispondo volentieri su invito del direttore. D’accordissimo con lei, innanzi tutto, sulle necessità di puntare sull’Educazione civica come irrinunciabile strumento di formazione a una cittadinanza piena e consapevole. Da attento lettore, saprà che si tratta di uno degli argomenti che stanno più a cuore a noi di “Avvenire” e personalmente a chi scrive, il quale da alcuni anni tiene su “Popotus”, il nostro giornale per i più piccoli, una rubrica per i giovani cittadini. Quanto alle sanzioni per i dipendenti pubblici infedeli, posso confermare che i dati ufficiali esistono. Gli ultimi sono stati diffusi appena il mese scorso dal Dipartimento della Funzione pubblica e raccontano che nel 2019 si sono registrati 520 licenziamenti di dipendenti della Pubblica amministrazione per ragioni disciplinari, con un aumento del 35% rispetto all’anno precedente. Più in generale, l’anno passato sono stati avviati oltre 12mila procedimenti disciplinari (erano 10mila circa nel 2018) e 7.656 sono giunti a conclusione, 2.168 con archiviazione o proscioglimento, 3.276 con sanzioni minori, 1.692 con sospensione dal servizio e, appunto, 520 con il licenziamento. Tra questi ultimi, il maggior numero si è verificato nelle Aziende sanitarie e ospedaliere (147 licenziamenti), a seguire i Comuni (137) e le Scuole (119), il resto nei Ministeri, nelle Università e in altri uffici della Pubblica amministrazione. Sul totale, 175 licenziamenti sono connessi a reati, 104 all’assenteismo, 106 a negligenza e comportamenti scorretti, 70 alla falsa attestazione della presenza in servizio (i cosiddetti “furbetti” del cartellino) e, per lo stesso motivo, altri 24 dipendenti sono attualmente sospesi per procedimenti penali in corso. Quando scatta un procedimento penale, infatti (e questo ovviamente riguarda anche i casi di corruzione, concussione, peculato e altri reati), l’amministrazione può disporre la sospensione cautelare del lavoratore dal servizio. Nel 2019 sono stati 166 i dipendenti pubblici sospesi per motivi legati alla commissione di reati. Mentre la condanna penale definitiva con interdizione perpetua dai pubblici uffici è, appunto, causa di licenziamento.

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