Ciao Meeting, casa di un popolo sodo che vede bene e oltre gli schieramenti
venerdì 26 agosto 2022

L’applausometro del Meeting può giocare brutti scherzi. Un giorno dà e l’altro toglie. Il martedì qualcuno si entusiasma, conta le mani che battono e ti spiega che il mondo cattolico è pronto a votare in massa per Giorgia Meloni. Il mercoledì, invece, scopre che quelle stesse mani si spellano per il capo del governo uscente, papà del Pnrr, e osteggiatissimo dalla suddetta Meloni. Già, l’applausometro non è granché utile. Perché gli applausi si contano ma non si pesano, e ciò impedisce di distinguere il consenso che scaturisce dalla volontà di condividere un percorso di bene comune dalla tifoseria che premia o punisce il leader del momento.

Le prime vittime di questa deformazione ottica sono certi media: complice la grande attesa per le elezioni politiche, quest’edizione del Meeting si è aperta con fior di commentatori intenti a leggere nei fondi di caffé con quale partito si sarebbe mai «schierata Cl». Li si è visti sfiorare assolute certezze di fronte all’entusiasmo delle truppe cammellate di Fratelli d’Italia per 'Giorgia' e si è conclusa con i tanti imbarazzati dal dover prender atto, a poche ore di distanza, che l’applausometro impazziva di più per il 'SuperMario'.

Nuova conclusione: i ciellini sono tutti 'draghiani'. L’origine di questa schizofrenia interpretativa va ricercata nei cambiamenti nelle realtà cattoliche, cambiamenti di cui il Meeting è un campione abbastanza rappresentativo. Il feeling con il premier è anche il portato di lunghi mesi vissuti nella tempesta e segnala la gratitudine per chi ha risospinto la navicella Italia verso la terraferma. Per alcuni è pure il riflesso del timore di perdere, con Draghi, i benedetti fondi strutturali del Pnrr. È possibile che questa 'fiducia', come pensa qualcuno, si converta in buona misura in voti responsabilmente e solidamente europeisti, ma il tema che emerge è un altro e riguarda il linguaggio e i contenuti della politica.

L’apoteosi di Draghi, dopo agli applausi più o meno calorosi ricevuti dai rappresentanti di diversi partiti personalmente impegnati sui temi della sussidiarietà, segnala che il popolo del Meeting ha più facilità a sintonizzarsi con lo spirito repubblicano, europeo e atlantico del 'tecnico', in virtù di un 'codice' fatto di realismo, speranza e responsabilità, rispetto al linguaggio iperbolico delle tifoserie e di 'credo' più volatili del prezzo del gas. Il tema non è dunque con chi si schiera questo popolo, ma perché non si schieri più, per così dire, 'a prescindere'.

E la risposta è nell’affettuoso abbraccio tra i ciellini e il cardinale Zuppi, e attraverso di lui con la Chiesa tutta. Dopo il crollo delle ideologie, negli ultimi decenni i movimenti e le associazioni cattoliche hanno fatto cadere uno dopo l’altro gli steccati, al punto che oggi i ciellini affermano che «il Meeting è di tutti» e il dialogo e la collaborazione tra le diverse anime cattoliche non fa più notizia. La conseguenza politica di questa maturazione è che chi è rimasto indietro (legato al linguaggio aspro degli schieramenti e delle tifoserie) non riesce a sintonizzarsi con quanti affrontano i problemi del Paese con realismo, speranza e responsabilità, facendo della ricerca del confronto e della collaborazione un 'abito' di tutti i giorni e non solo dei dì di festa, quelli in cui si deve ben apparire per essere accettati in società.

A rileggere il Meeting 2022, non vi è nulla di più alto (e di più incompreso da certa politica) dell’agenda delle cose che bisogna fare per raddrizzare il Paese, a partire dai partiti e dalla scuola, passando per la sussidiarietà e la pace. Non sappiamo cosa abbia capito chi pensa solo all’applausometro, ma sappiamo che il popolo del Meeting vuole questo: lavorare con passione per l’uomo e non essere costretto a scegliere tra schieramenti l’un contro l’altro armati, che mandano a casa un governo mentre sta lavorando per tutti. E ai tanti che amano i numeri, segnaliamo che questo popolo 'oltre gli schieramenti' quest’anno ha fatto segnare l’ennesimo record di partecipazione.

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