Assegno, un passo per dare valore a ogni figlio e guardare avanti
mercoledì 7 aprile 2021

Gentile direttore,
la scelta di far partire l’assegno unico familiare dal settimo mese di gravidanza è una novità che sancisce l’umanità del feto e lo rende 'persona' a tutti gli effetti. È già persona al sesto mese, al quinto.... Ma per la legge 194 fino al terzo mese l’embrione non è persona per lo Stato, solo dopo il terzo mese non si può più abortire e quindi diventa davvero persona. Ora con l’assegno unico dal settimo mese lo diventa ancor di più. Mancano i primi tre mesi per il pieno riconoscimento di essere umano... Comunque è una bella notizia per le mamme, i padri e le famiglie. In questo modo lo Stato riconosce che il cittadino che sta per nascere in una famiglia avrà il suo aiuto. Si fa comunità in questo modo e quando c’è solidarietà, vicinanza, rispetto della vita le cose vanno meglio e si affronta il futuro.

Gabriele Soliani Reggio Emilia

Consiglio sempre di non dipingere (e così 'fare' nelle nostre teste e, dunque, nella vita quotidiana) le leggi, anche le più contestate, peggio di quel che sono. In Italia c’è una vasta (e ribadita) considerazione anche normativa del valore della vita prima della nascita. Così pure nella legge 194 del 1978, secondo la quale l’interruzione di gravidanza diventa possibile quando tra il bene della vita della persona che deve ancora nascere e il bene della vita della persona già nata viene fatto prevalere quest’ultimo, quello della donna-madre. L’applicazione della 194 e la narrativa prevalente, lo sappiamo, sono state e sono, purtroppo, assai diverse. E questo – come ricordo sempre – nonostante che nel 1981 si siano celebrati due referendum sulla 194, uno proposto dai Radicali per renderla, guarda un po’, radicalmente abortista e l’altro promosso dal Movimento per la Vita per cancellare le nuove giustificazioni dell’aborto procurato introdotte da alcune norme della legge di tre anni prima. I consensi alla proposta radicale furono appena un terzo di quelli ottenuti dalla proposta del Mpv, ma la 'sconfitta' sul piano politico-mediatico, e in tanta prassi, divenne solo quella dei contrari alla depenalizzazione dell’aborto e soprattutto dei 'cattolici'... Tant’è che crebbe la retorica e la polemica sull’aborto come 'diritto', sebbene la legge italiana non lo qualifichi affatto come tale. È un discorso lungo e complesso, che ho già fatto e che non voglio rifare qui adesso. Perché c’è da essere contenti per il fatto che l’Assegno unico universale, primo passo del cosiddetto Family Act, rilanci in positivo il valore anche 'sociale' di ogni figlio e, insieme, la considerazione della vita prima della nascita (dal settimo mese di gravidanza), stabilendo sostegni utili al nascituro o alla nascitura e alla sua famiglia. Come lei scrive, gentile dottor Soliani, è importante salutare con gioia questa scelta ed è necessario ripartire da qui per fare 'comunità' e costruire una società più umana. Guardiamo avanti, teniamo caro il bene che c’è, e aumentiamolo sempre più.

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