venerdì 30 agosto 2013
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Vi siete mai chiesti dove abbiano iniziato ad arricchirsi avvocati e notai di mezza Italia? In pasticceria. Ma sì, ormai non si contano più le contese sull’origine di un dolce, che hanno sortito diatribe mai risolte e infinite. L’ultima è di questa settimana ed è un intreccio incredibile di primogeniture che ruotano intorno al Tiramisù.
La scintilla del contendere è stata la decisione del governatore della regione Veneto Luca Zaia, di chiedere la Stg (specialità territoriale garantita) per il Tiramisù trevigiano, che negli Anni Settanta Lolli Linguanotto, il cuoco del ristorante 'Le Beccherie', serviva nel locale in centro Treviso con l’approvazione della proprietaria Ad Campeol. E questo si sapeva, finché a insorgere non è stata la regione confinante, il Friuli Venezia Giulia, avocando a sé la primogenitura, che risalirebbe agli Anni Cinquanta, come ha dichiarato Norma Pielli, novantaseienne, vedova Del Fabbro, titolare dell’albergo ristorante 'Roma' di Tolmezzo.
Sciocchezze, direte voi, davanti alle cronache di questi giorni ben più drammatiche e impegnative. Sciocchezze, certo, che però sono rimbalzate su Guardian e Daily Telegraph , tanto per dimostrare quanta appassiona il mito della cucina italiana in tutto il mondo. E molto spesso non ce ne accorgiamo. Ma la storia non finisce qui. E il savoiardo? Già chi inventò il savoiardo?, ha chiesto il governatore del Piemonte Cota al collega Zaia durante il raduno leghista a Bergamo. La leggenda narra che fu inventato nel 1300 dai cuochi reali di Amedeo VI, detto il conte Verde, che voleva fare colpo sul re di Francia, secondo la solita rincorsa delle corti europee nei confronti della già affermata cucina francese. Ed ecco che giovedì Lodi ha rivendicato il mascarpone, per dire che il tiramisù fu servito a Mozart, nel 1770, e alla truppe di Napoleone, tutti in transito in terra lodigiana.
Ma se Cota, Maroni e Zaia adottassero la De.Co. (denominazione comunale) tutto si risolverebbe senza litigi. E invece... vien da chiedersi, che succederà il 17 gennaio, quando si celebrerà la giornata mondiale del Tiramisù, mentre il 17 maggio, in onore a san Pasquale Baylon, si celebra lo zabaione (col Marsala mi raccomando, che col savoiardo va a nozze)? Intanto, per la cronaca, la brioche ha compiuto 330 anni e il pensiero ricorre subito a Maria Antonietta che durante la rivolta del pane invitò a dare brioche ai dimostranti. Ma dove è nata la brioche? In Francia ? Macché, in Austria a quanto pare, durante l’assedio di Vienna del 1683 con la forma a mezzaluna che il fornaio Vendler volle creare come segno di rivincita sui turchi. Insomma, i dolci tipici fanno litigare i pasticcieri di una via, quelli di paesi confinanti, le regioni e persino le nazioni.
​​Ma che tenerezza scoprire che dentro a un semplice prodotto da forno v’è iscritto il racconto della storia di mezza Europa. Mica noccioline! (ma questa è già un’altra storia, che apre il capitolo sull’origine del torrone, il dolce che dalle Isole al Piemonte e al Veneto, attraversa tutta Italia).
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