giovedì 4 maggio 2023
L'attesa per il tradizionale concertone del Primo Maggio

L'attesa per il tradizionale concertone del Primo Maggio - ANSA

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Il lavoro non solo il Primo Maggio: alla ricerca di libertà e dignità

Non solo la tradizionale Festa del Primo Maggio. Mai come quest’anno il lavoro è stato al centro delle riflessioni, delle azioni politiche e pure delle polemiche. Il Governo ha infatti deciso di tenere proprio in questo giorno il Consiglio dei ministri che ha varato un nuovo Decreto sul lavoro. Facendo precedere le decisioni solo da un’informativa in extremis ai sindacati la domenica sera precedente. Il provvedimento elaborato dall’esecutivo interviene sui rinnovi dei contratti a termine, riforma profondamente quello che è stato il Reddito di cittadinanza, opera un nuovo taglio (a termine) del cuneo contributivo, amplia l’utilizzo possibile dei voucher, rafforza i fringe benefit per chi ha figli e prevede il commissariamento di Inps e Inail (Qui tutte le misure). Forti le critiche di Cgil e Uil, mentre la Cisl ha reagito con una posizione più articolata. Cominciano comunque le mobilitazioni dei sindacati, affiancati da Pd e M5s.

Il Primo Maggio, però, è stato anche l’occasione per numerose riflessioni sull’importanza di questa Festa, il valore del lavoro e la necessità della partecipazione. «Vorremmo che questo Primo Maggio parlasse davvero a tutti e dicesse la verità. Che una Festa del lavoro è davvero tale solo se si accresce il grado di libertà e di dignità delle persone, l'inclusione e la valorizzazione dell'apporto dei lavoratori, se si accompagna con strumenti solidali chi non ce la fa», scrive Francesco Riccardi. Luigino Bruni, dal canto suo, riflette su cosa è il lavoro oggi, sul rapporto con la vita e la libertà. La domanda è: «Per chi, e per cosa, la nostra fatica?», mentre Stefano Zamagni propone di velocizzare i tempi per la realizzazione di forme articolate di cogestione, cioè la partecipazione dei lavoratori alla gestione delle imprese. Insomma, non solo Primo Maggio...

Marco Girardo è il nuovo direttore di Avvenire: «Continueremo a essere ponte e piazza»

Questa settimana Avvenire ha vissuto il cambio del direttore. Marco Tarquinio si è congedato venerdì con un editoriale definito come «il più lungo articolo della mia vita di giornalista. Un articolo lungo 14 anni» (qui il testo) e Marco Girardo oggi firma il suo primo editoriale da direttore responsabile. Laureato in Filosofia con Master in Comunicazione, saggista ed esperto nella transizione dell'informazione nel contesto digitale, Girardo ha 51 anni, una carriera cominciata al settimanale diocesano Voce isontina di Gorizia e al Piccolo di Trieste e approdata alla guida della redazione di Economia e Politica economica di Avvenire (qui la biografia). Ed ecco l'impegno del neodirettore, espresso nel suo primo editoriale: «In mezzo a mass media che hanno la necessità di urlare per farsi sentire e sopravvivere, Avvenire cercherà sempre più di rimpiazzare il sensazionale con il fondamentale e, soprattutto nella rinnovata edizione cartacea, il recente con il rilevante, per confermarsi una voce ben distinguibile, autorevole e soprattutto autentica». E ancora: «La sfida più grande sarà quella di fornirvi un’esperienza integrata dell’ecosistema Avvenire, fatta di contenuti giornalistici in varie forme, ma anche di incontri fuori dalla redazione, nei luoghi della vita di ogni giorno, per diventare sempre più, con la fiducia riposta in tutti noi dall’Editore, quello che dalla nascita siamo: ponte e piazza, un quotidiano nazionale di prossimità».

Il comunicato dell'azienda, le parole del presidente della Cei Matteo Zuppi e quelle del segretario generale della Cei Giuseppe Baturi.


I figli lasciati nelle Culle per la vita e quelli inseguiti nelle provette: il paradosso dei nostri tempi

Un altro neonato lasciato in una Culla per la vita: dopo Enea a Milano, Noemi a Bergamo. In entrambi i casi, le mamme hanno lasciato un biglietto in cui esprimono tutto il loro amore per i bambini che hanno messo al mondo ma dichiarano l'impossibilità di crescerli. E poi c'è la piccola trovata morta in un cassonetto della Caritas, sempre a Milano. C'è da chiedersi in quali abissi di solitudine si siano trovate queste tre donne, e perché non abbiano incrociato nessuno sulla loro strada, che ne intercettasse i bisogni, le paure, le povertà, tendesse loro la mano in modo che ciascuna di loro potesse fare una scelta davvero libera. Queste storie di maternità sofferte si intrecciano con un'altra notizia che arriva da Milano, dove il 20 e 21 maggio è annunciata una Fiera della genitorialità in provetta. "Wish for a baby", desiderio di un figlio, dove quel desiderio è declinato con pratiche mediche, donazioni di gameti, spesso viaggi all'estero per inseguire tecniche di procreazione assistita sempre più sofisticate, fino ad approdare all'ingiustizia dell'utero in affitto. E allora ha ragione Marina Corradi a far notare il paradosso dei nostri tempi di inverno demografico: un figlio se è desiderato è tutto, e lo si può inseguire con ogni mezzo. Se non è desiderato, previsto, programmato, può diventare, tragicamente, un nulla.

Guerra in Ucraina, tutti i misteri dei due droni sul Cremlino

L’“attacco” al Cremlino con due droni, il tentativo di assassinare il presidente Vladimir Putin colpendo la sua residenza nel centro di Mosca, come ha detto il portavoce del governo russo, è un episodio tutto da decifrare, avvolto per ora nel mistero. Abbattuti dalle difese aeree, disattivati da radar elettronici, esplosi sopra il Palazzo: nulla è certo. L'Ucraina dice di non avere nulla a che fare con il presunto raid e a Kiev si ipotizza che l’azione possa essere ricondotta alla resistenza interna russa oppure che si tratti di un’operazione in stile “strategia della tensione” organizzata dagli stessi apparati di sicurezza di Mosca per fare ricadere la colpa sulle forze armate ucraine e alzare il tiro sui vertici del Paese invaso. Andrea Lavazza analizza i fatti, mentre Francesco Palmas disegna gli scenari della controffensiva ucraina che si considera ormai imminente.

Papa Francesco: «Vi aspetto alla Gmg di Lisbona. Ma prima parlate con i nonni»

A tre mesi dalla Giornata Mondiale della Gioventù che si svolgerà a Lisbona dal primo al 6 agosto, in un videomessaggio rivolto ai partecipanti papa Francesco ha incoraggiato a guardare con speranza a quei giorni, «perché si cresce molto in una Giornata come questa», e suggerisce, per prepararsi bene, di parlarne con gli anziani, perché offriranno saggezza. «Guardare le radici, cercare di incontrare gli anziani»; nel finale del videomessaggio il Papa ha esortato quanti hanno i nonni a dialogare con loro, a chiedere consigli su come vivere questo appuntamento: «Vi daranno saggezza, e voi andate sempre avanti», concludendo «Vi aspetto a Lisbona. Ciao!».

La presunta veggente di Trevignano fa il pieno in tivù

Siamo proprio buffi: ci consideriamo disincantati, razionali, il più delle volte "orgogliosamente atei" e poi quotidianamente ci perdiamo nell’attesa dell’incoronazione di un re o per una presunta veggente la cui vicenda sta occupando i talk show televisivi dalla mattina alla sera. Intorno al 3 del mese, data delle presunte apparizioni della Madonna a Trevignano Romano, in tivù non si parlava d’altro, come nota il nostro critico televisivo Andrea Fagioli nella sua rubrica Schermaglie: a Storie italiane, a La vita in diretta, a Ore 14, a Pomeriggio Cinque… Anche Le Iene, martedì sera su Italia 1, sono intervenute sull’argomento con una lunga intervista a Maria Giuseppina Scarpulla, la donna al centro delle cronache e delle polemiche per la storia delle lacrime di sangue che sarebbero apparse sul volto di una statuetta della Madonna e per le apparizioni alle quali assisterebbe una volta al mese su una collina di Trevignano. Possiamo dirlo? Non se ne può più...

La Giornata dell'8xmille: «Firmate, fa bene»

Domani è la Giornata nazionale dell’8xmille alla Chiesa cattolica che quest’anno è accompagnata dallo slogan della nuova campagna appena lanciata dalla Cei: “Una firma che fa bene”. «Firmare (nello spazio apposito nella dichiarazione dei redditi, ndr) è importante perché permette di riscoprire i valori fondamentali dell’8xmille: il bene comune, la condivisione, la corresponsabilità, il sostegno economico delle Chiese nella loro missione. Con le risorse a disposizione si va incontro ai bisogni delle persone indigenti, dei migranti, di chi cerca una casa, di chi ha necessità di curarsi, dei più poveri, italiani e stranieri», spiega il segretario generale della Cei, monsignor Giuseppe Baturi. Al contribuente la firma non costa nulla e possono apporla tutti coloro che concorrono al gettito Irpef: chi presenta il 730 o il Modello Redditi, ma anche chi dispone solamente del Modello CU, perché possiede unicamente redditi di pensione, di lavoro dipendente o assimilati e non è obbligato a presentare la dichiarazione. QUI LA CAMPAGNA E GLI SPOT.

Carlo III sarà re. Ma trono, corona e spada sono di Edoardo (il Confessore). Ecco la storia

Oggi è il giorno dell'incoronazione di re Carlo III. Durante la solenne cerimonia, si udirà spesso il nome di altro re: quello di Edoardo il Confessore. A lui, infatti, sono attribuiti alcuni dei più importanti gioielli usati durante il rito: la corona, la spada Curtana, simbolo di clemenza, il bastone di sant’Edoardo, persino il trono. Ma perché la figura di questo monarca inglese dell’undicesimo secolo riveste una tale importanza sia storica sia simbolica? Nato intorno al 1005, Edoardo regnò per quasi 24 anni. Morì nel 1066, senza eredi, e lo stesso anno si combatté la battaglia di Hastings, che segnò la fine del dominio anglosassone e l’inizio di quello normanno. Edoardo morì in odore di santità e presto i monaci di Westminster iniziarono a raccogliere le testimonianze dei primi miracoli. Nel 1161 Edoardo divenne il primo santo inglese formalmente canonizzato da un Papa e gli viene conferito il titolo di Confessore, per esaltare la sua testimonianza di fede. La storia è lunga e affascinante, e comprende una Pietra del destino, zaffiri e perfino un anello che si dice abbia trascorso sette anni in Paradiso... Potete leggere tutta la vicenda in questo articolo di Francesco Marzella.

Il Vangelo di domenica 7 maggio commentato da padre Ermes Ronchi

"Camminiamo sulle orme di Gesù verso il Padre": il Vangelo di domenica 7 maggio commentato da padre Ermes Ronchi

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Non sia turbato il vostro cuore. Abbiate fede in Dio e abbiate fede anche in me... » LEGGI QUI

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