sabato 30 giugno 2018
L'Unesco ha aggiunto 12 siti tra i patrimoni dell'umanità nel Giappone sud-occidentale, dove tra il XVII e il XIX secolo i primi fedeli vennero perseguitati
La chiesa di Oura a Nagasaki (Ansa)

La chiesa di Oura a Nagasaki (Ansa)

L'Unesco ha iscritto nel proprio patrimonio mondiale dell’umanità dodici siti cristiani nel Sud del Giappone, tra cui la cattedrale di Nagasaki, dove nel periodo Edo i primi evangelisti cristiani vennero perseguitati.

I siti includono la cattedrale di Oura a Nagasaki, la più antica del Paese - che è stata già designata patrimonio
nazionale, e il villaggio di Sakitsu, nella prefettura di Kumamoto, nel quale i cristiani praticarono la loro fede segretamente, malgrado le persecuzioni avvenute per gran parte dell'era Edo - tra il 1603 e il 1868 - sotto il dominio dello shogunato Tokugawa.

L'aggiunta dei siti giapponesi segue la raccomandazione del gruppo che ha curato la valutazione preliminare promossa nel maggio scorso dall'agenzia delle Nazioni Unite per l'educazione, la scienza e la cultura con sede a Parigi. L'assemblea dell'Unesco comprende 21 Stati firmatari della Convenzione che ha il compito di selezionare i nuovi siti da inserire nella Lista patrimonio mondiale e di proteggerli distribuendo le risorse del fondo.

Il cristianesimo arrivò in Giappone nel 1549 per mano dei missionari gesuiti; la sua diffusione preoccupò le autorità al punto da scatenare una persecuzione a partire dal 1589; solo nel 1865 i fedeli poterono uscire dalla clandestinità, l’anno dopo la costruzione della cattedrale di Nagasaki nota all’epoca come “tempio francese” e già dichiarata patrimonio nazionale dal governo di Tokyo nel 1933.

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