venerdì 22 aprile 2022
Le ragioni della visita nel Giovedì santo del calendario giuliano. Il grazie ai sacerdoti dei territori occupati, che sono con il loro popolo nei punti più caldi delle operazioni militari
Shevchuk a Chernihiv: siamo venuti a toccare le ferite della città

Siamo venuti a toccare le ferite della città di Chernihiv”. Con queste parole, Sua Beatitudine, Sviatoslav Shevchuk, capo della Chiesa greco-cattolica ucraina, ha spiegato nel Giovedì santo del calendario giuliano
le ragioni della visita a Chernihiv dove ha incontrato l’Amministrazione militare regionale di Chernihiv, il monastero dei Padri Redentoristi, la parrocchia e l’unità militare di Slavutych.

“Questa è una città eroica”, ha detto l’arcivescovo maggiore ai rappresentanti dell’Amministrazione regionale. “Abbiamo tanto pregato per tutti voi! E oggi ho l’opportunità di venire di persona per mostrarvi tutto il nostro rispetto e il sostegno della nostra Chiesa”.

Sua Beatitudine ha percorso le strade della città completamente ricoperte dalle macerie dei palazzi colpiti dalle bombe e si è fermato in preghiera. “I nostri sacerdoti e monaci – ha detto – sono rimasti qui ed hanno reso possibile stabilire qui un centro logistico per la fornitura di vari aiuti umanitari. Oggi vogliamo anche vedere cosa serve e quali sono i bisogni prioritari”. Successivamente – informa il dipartimento di informazione dell’Ugcc – il capo della Chiesa greco-cattolica si è recato al monastero dei Padri Redentoristi, dove ha incontrato sacerdoti e fedeli, ha visitato il rifugio antiaereo del monastero ed ha ascoltato le testimonianze sulla vita e il servizio durante l’assedio. Sua Beatitudine ha ringraziato in modo particolare i Padri per il fatto che sono rimasti tutti nel “loro posto di battaglia spirituale” e non hanno lasciato la città e la gente.

Nel Giovedì Santo, secondo il calendario giuliano, l’arcivescovo maggiore ha reso un omaggio speciale “ai nostri vescovi, sacerdoti, monaci, diaconi e seminaristi, che si preparano a diventare sacerdoti, per il loro servizio”, “soprattutto nelle condizioni di guerra”.

“Il sacerdote di Cristo – ha detto – è il primo a salvare le vite delle persone. È il primo a prendersi cura delle ferite della gente di oggi, delle ferite dell’Ucraina e del nostro popolo durante la guerra. Proprio il nostro clero ha assunto il più grande fardello di questa guerra: servire dove c’è più bisogno”.

“Oggi – ha aggiunto Shevchuk – vorrei rivolgere un ringraziamento speciale ai sacerdoti dei territori occupati, che sono con il loro popolo nei punti più caldi delle operazioni militari”, in particolare i cappellani militari che “stanno con le nostre truppe, giorno per giorno, predicando la Parola di Dio dove si sta verificando il dramma della guerra”.

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