giovedì 1 novembre 2018
Con un videomessaggio Bergoglio si è rivolto ai giovani delle Scholas Occurrentes. Consapevolezza delle proprie radici e apertura al prossimo, il cuore del discorso.
Papa Francesco agli studenti: non vendete identità e fraternità

Con un videomessaggio papa Francesco si è rivolto ai giovani delle Scholas Occurrentes di Buenos Aires, la rete mondiale di istituti educativi promossa nella capitale argentina dall'allora arcivescovo Jorge Bergoglio. Consapevolezza delle proprie radici e apertura al prossimo, il cuore del discorso.

"Identità è appartenenza, per favore, prendetevi cura di essa, prendetevi cura della vostra appartenenza. Non lasciatevi ingannare". Lo afferma papa Francesco nel videomessaggio inviato ai partecipanti al III Incontro Mondiale dei Giovani promosso dalla Fondazione "Scholas Occurrentes" insieme a World Ort, in corso a Buenos Aires dal 29 ottobre ad oggi. "Prendetevi cura della
vostra appartenenza - ribadisce il Pontefice -. E così, quando vediamo persone che non rispettano nulla tra noi... Quante volte
sentiamo dire: non fidarti di lui perché venderebbe anche sua madre".

Ciascuno si chieda: "Io vendo la mia appartenenza? Io vendo la storia del mio paese? Io vendo la cultura del mio Paese? Io vendo la cultura e ciò che ho ricevuto dalla mia famiglia? Io vendo la coerenza della vita? Io vendo il dialogo con il fratello, anche se ha idee diverse o faccio un finto dialogo? Non vendete ciò che è più profondo in noi, che è appartenenza, l'identità, e che nel cammino si fa incontro di identità diverse per arricchirci a vicenda! Si fa fratellanza".

Secondo papa Francesco, "la nostra identità non è un dato che viene stabilito, non è un numero di fabbrica, non è un'informazione che posso cercare su Internet per sapere chi sono". "Non siamo qualcosa di totalmente definito, stabilito - prosegue -. Siamo in cammino, siamo in crescita, e quel nucleo di identità cresce, cresce e noi camminiamo, stiamo crescendo con il nostro stile, con la nostra storia, con quel nostro nucleo di identità. Siamo testimoni, siamo scrittori e lettori della nostra vita e non siamo gli unici autori: siamo ciò che Dio sogna per noi, quelli che noi raccontiamo, quelli che noi torniamo a raccontare, quelli che gli altri ci raccontano, sempre e quando siamo fedeli".

"Fedeli alla nostra integrità personale, fedeli alla nostra nobiltà interiore, fedeli ad una parola di cui la gente ha paura: fedeli alla coerenza. Non ci sono identità di laboratorio, non ci sono. Ogni identità ha una storia. E poiché ha una storia, appartiene. La mia identità viene da una famiglia, da un paese, da una comunità. Voi non potete parlare di identità senza parlare di appartenenza.
Identità è appartenere. Appartenere a qualcosa che mi trascende, qualcosa che è più grande di te", aggiunge. "Ricreiamoci nel
cammino, cresciamo nel cammino, con la memoria, con il dialogo, con l'appartenenza e con la speranza. E così, arricchiremo noi
stessi ogni giorno di più", conclude Francesco.

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