martedì 19 aprile 2022
Croci e croci, e ancora croci. Croci di tutti i tipi. Una distesa di croci con accanto, posti con ordine in mazzi e corone, fiori e ghirlande...

Croci e croci, e ancora croci. Croci di tutti i tipi. Una distesa di croci con accanto, posti con ordine in mazzi e corone, fiori e ghirlande. Ecco il Golgota di Irpin, una delle cittadine dell’Ucraina più martoriate dalla guerra.

Sono centinaia le tombe scavate nella sabbia che un reportage fotografico di Reuters mostra con durezza eppure anche con pietà. Ogni tanto, nella sequenza fatta di croci e di fiori, si vede qualche fossa scavata di fresco. E soprattutto una grande dignità di fronte alla morte. Alcune tombe hanno uno spazio delimitato da piccoli recinti, altre hanno più fiori, altre ancora una fotografia, una targa fatta alla bell’e meglio. Non c’è abbandono, non ci sono (almeno qui) fosse comuni.

Alcuni uomini sono al lavoro per scavare altre fosse, altri portano una bara. Una signora anziana con il cappotto rosso scuro piange sulla bara del marito, di lei si coglie il dolore che tracima composto: nulla viene concesso alla disperazione. Poi ancora tombe, altri fiori, altri volti fissati negli scatti. La Irpin di chi è stato adesso è qui.

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