lunedì 25 ottobre 2021
Le parole dei vescovi dopo l'Angelus di Francesco che è tornato a parlare dei lager in Libia. In un video il grazie al Papa di alcuni rifugiati
Appello alla Ue per i migranti: garantire il rispetto dei diritti umani

@RefugeesinLibya / Twitter

Un appello al Paese e all'Unione Europea perché intervengano a tutela dei diritti umani delle persone migranti. L'appello arriva all'indomani delle parole pronunciate da papa Francesco riguardo la disperata situazione dei migranti in Libia, dopo la preghiera dell’Angelus.

Queste le parole del Papa pronunciate domenica 24 ottobre

“Esprimo la mia vicinanza alle migliaia di migranti, rifugiati e altri bisognosi di protezione in Libia: non vi dimentico mai; sento le vostre grida e prego per voi. Tanti di questi uomini, donne e bambini sono sottoposti a una violenza disumana. Ancora una volta chiedo alla comunità internazionale di mantenere le promesse di cercare soluzioni comuni, concrete e durevoli per la gestione dei flussi migratori in Libia e in tutto il Mediterraneo. E quanto soffrono coloro che sono respinti! Ci sono dei veri lager lì. Occorre porre fine al ritorno dei migranti in Paesi non sicuri e dare priorità al soccorso di vite umane in mare con dispositivi di salvataggio e di sbarco prevedibile, garantire loro condizioni di vita degne, alternative alla detenzione, percorsi regolari di migrazione e accesso alle procedure di asilo. Sentiamoci tutti responsabili di questi nostri fratelli e sorelle, che da troppi anni sono vittime di questa gravissima situazione. Preghiamo insieme per loro in silenzio”.

Ecco il comunicato della presidenza della Cei

La Presidenza della CEI fa proprie le parole pronunciate da Papa Francesco ieri, 24 ottobre, dopo la preghiera dell’Angelus, e rivolge al Paese e all’Unione europea un appello affinché siano posti in atto interventi efficaci, capaci di garantire il rispetto dei diritti umani e la tutela della persona.

Accogliere, proteggere, promuovere e integrare – verbi indicati dal Papa – restano la bussola da seguire per affrontare la questione migratoria e trovare soluzioni adeguate a un dramma che continua a mietere vittime e infliggere sofferenze. Si tratta di una situazione che non può essere più ignorata. Per questo, la Presidenza, assicurando che la Chiesa italiana, alla luce dell'enciclica “Fratelli tutti”, proseguirà nella sua intensa opera in favore degli ultimi, auspica che anche la Comunità internazionale si faccia carico dei bisogni dei migranti e dei profughi, perché nessuno sia più costretto a fuggire dalla propria terra e a morire nei viaggi verso un futuro migliore.

Solo ascoltando il grido degli ultimi si potrà costruire un mondo più solidale e giusto per tutti.
Il Mediterraneo deve tornare ad essere culla di civiltà e di dialogo, nello spirito della fratellanza già incoraggiato nel secolo scorso da Giorgio La Pira, nel cui ricordo i Vescovi dei Paesi che si affacciano sul Mare Nostrum si ritroveranno – per iniziativa della CEI - a Firenze, dal 23 al 27 febbraio 2022, per riflettere sul tema della cittadinanza. In Libia, ha ricordato il Papa ieri, “ci sono dei veri e propri lager”. La sicurezza e la dignità della vita umana reclamano rispetto sempre e per tutti. La Presidenza CEI chiede di non volgere più lo sguardo altrove e invita tutte le comunità cristiane a unirsi alla preghiera di Papa Francesco.

Il tweet del Papa

"Esprimo la mia vicinanza alle migliaia di migranti e rifugiati in Libia: non vi dimentico mai; sento le vostre grida e prego per voi. Sentiamoci tutti responsabili di questi nostri fratelli e sorelle che da troppi anni sono vittime di questa gravissima situazione #PreghiamoInsieme".

Così su Twitter papa Francesco ha ripreso quanto già aveva denunciato al termine dell'Angelus di domenica sulla situazione dei rifugiati in Libia, «vittime di violenza» e prigionieri in veri e propri «lager».

Il "grazie" dei migranti

Nel video pubblicato su Twitter dall'account @RefugeesinLibya che raccoglie alcune delle voci di migranti in Libia si può ascoltare direttamente il loro ringraziamento a papa Francesco.


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