C'è un accordo per far finire lo shutdown in America

Dopo 40 giorni di paralisi amministrativa, l’intesa tra repubblicani e una parte dei democratici apre la strada alla riapertura degli uffici pubblici, al pagamento degli stipendi arretrati e alla regolarizzazione dei voli. Con qualche polemica
November 10, 2025
Un passeggero guarda il tabellone dove i voli Usa stanno ritornando regolari. Lo shutdown ha gettato nel caos il traffico aereo americano
Un passeggero guarda il tabellone dove i voli Usa stanno ritornando regolari. Lo shutdown ha gettato nel caos il traffico aereo americano
Dopo quaranta giorni di shutdown, il più lungo degli ultimi anni, il Senato americano ha compiuto ieri un passo decisivo verso la riapertura del governo federale, approvando con voto procedurale (60 a 40) la misura necessaria per finanziare l’amministrazione fino al 30 gennaio. L’iniziativa, già passata alla Camera dei Rappresentanti, include anche tre pacchetti di spesa annuale e dovrà ora tornare ai deputati per il via libera definitivo, prima di essere firmata dal presidente Donald Trump. L’accordo, raggiunto dopo settimane di trattative e di tensioni crescenti per gli effetti economici e sociali del blocco, è frutto di un compromesso tra repubblicani e un piccolo gruppo di senatori democratici che hanno scelto di non seguire la linea del loro leader, Chuck Schumer. In cambio del sostegno alla legge di bilancio, i repubblicani hanno accettato di votare a dicembre un’estensione dei sussidi previsti dall’Affordable Care Act (Aca), misura chiave per mantenere accessibili le assicurazioni sanitarie private a milioni di americani a basso reddito. «Siamo molto vicini alla fine dello shutdown», ha dichiarato Trump alla stampa poco prima del voto, lasciando intendere la propria disponibilità a ratificare il compromesso.

Le conseguenze del blocco e la spaccatura democratica

Lo shutdown, iniziato più di un mese fa per un braccio di ferro sulle spese sanitarie, ha avuto conseguenze pesanti: centinaia di migliaia di dipendenti pubblici messi in congedo forzato, ritardi nell’erogazione degli aiuti alimentari, chiusura dei parchi nazionali e gravi disagi nel traffico aereo. Il protrarsi della crisi aveva spinto anche alcuni consiglieri economici della Casa Bianca a paventare un rallentamento della crescita nel quarto trimestre, con il rischio di un impatto negativo sulle festività del Ringraziamento. Il disegno di legge approvato al Senato prevede il pagamento integrale degli stipendi arretrati ai dipendenti federali, inclusi militari, agenti di frontiera e controllori di volo, e il divieto per le agenzie governative di procedere a licenziamenti fino alla fine di gennaio. È un segnale di distensione nei confronti dei sindacati del pubblico impiego, dopo mesi in cui Trump aveva rilanciato il progetto di ridurre drasticamente la burocrazia federale: dai 2,2 milioni di civili in organico a inizio mandato, almeno 300.000 sono previsti in uscita entro l’anno. L’intesa è stata mediata da due senatrici democratiche del New Hampshire, Maggie Hassan e Jeanne Shaheen, insieme all’indipendente Angus King del Maine. Ma non tutti nel Partito Democratico hanno gradito: Schumer ha votato contro e, su X, la piattaforma erede di Twitter, è stato attaccato da alcuni colleghi. «Schumer non è più efficace e va sostituito», ha scritto il deputato progressista Ro Khanna. «Se non riesce a guidare la battaglia per evitare che i premi assicurativi esplodano, per cosa combatterà?». Shaheen ha difeso l’accordo, definendolo «la via più realistica per riaprire il governo e salvaguardare le agevolazioni fiscali sui premi assicurativi dell’ACA». Il nodo sanitario resta però il cuore del conflitto. Trump, intervenuto sulla sua piattaforma Truth Social, ha definito i sussidi «un regalo alle compagnie di assicurazione e un disastro per il popolo americano», rilanciando la proposta di sostituirli con pagamenti diretti ai cittadini. Una mossa che i repubblicani intendono discutere solo dopo la riapertura completa del governo.
L’accordo odierno non risolve dunque il confronto di fondo, ma offre una tregua temporanea che consente all’amministrazione di riprendere fiato. La finestra di tempo fino al 30 gennaio permetterà di riaprire i servizi pubblici e avviare una nuova fase di negoziati, con il rischio però che, senza un’intesa strutturale sulle politiche sanitarie, lo spettro di un nuovo shutdown torni a incombere. Nel frattempo, gli americani che stanno scegliendo i piani assicurativi per il 2026 si trovano di fronte a premi più che raddoppiati rispetto agli anni precedenti: senza un’estensione dei sussidi, le polizze dell’Obamacare rischiano di diventare insostenibili per milioni di famiglie. Come ha sintetizzato il senatore repubblicano Thom Tillis, «le pressioni aumentano, le temperature si abbassano, e all’improvviso tutti si accorgono che bisogna trovare un accordo». Ma la vera partita, politica e sociale, si giocherà nelle prossime settimane.

© RIPRODUZIONE RISERVATA