Iran, prima direttrice d'orchestra. Ma un'atleta nei guai per il velo

A 42 anni, Paniz Faryoussefi scrive la storia dirigendo l'orchestra principale di Teheran, con uno scialle sui capelli. Ma la repressione del regime non si ferma: un'atleta di taekwondo è stata arrestata perché non portava il velo
November 15, 2025
Iran, prima direttrice d'orchestra. Ma un'atleta nei guai per il velo
Un fermo immagine di Hanieh Shariati Roudposhti tratto dal suo profilo Instagram/ ANSA
La propaganda di regime l'ha già trasformata in un simbolo, ma un'emozione palpabile avrebbe pervaso la sala concerti Vahdat, nel cuore di Teheran, quando Paniz Faryoussefi, con la bacchetta in mano, sale sul podio per dirigere la sua orchestra di circa cinquanta musicisti. Indossa un lungo abito scuro e una sciarpa nera scintillante che le copre i capelli, in conformità con la legge iraniana che impone alle donne di indossare il velo. A 42 anni, Paniz Faryoussefi scrive la storia nel suo Paese dirigendo l'orchestra principale di Teheran, che ha sede nella Vahdat Hall, un prestigioso teatro nel centro della capitale. Questo è un segnale raro e incoraggiante in un Paese in cui le donne subiscono ancora notevoli restrizioni, anche nel campo della musica.
A seguito delle diffuse proteste che hanno scosso l'Iran per diversi mesi nel 2022, scatenate dalla morte di Mahsa Amini in carcere dopo essere stata arrestata per aver violato il rigido codice di abbigliamento, il governo ha allentato alcune restrizioni alla partecipazione delle donne nella società come fanno notare con enfasi i media legati al regime degli ayatollah. Questo avviene anche dopo la guerra di dodici giorni tra Iran e Israele dello scorso giugno. Questo allentamento delle restrizioni è sembrato evidente al concerto: molte donne hanno assistito all'esibizione senza velo, nonostante il divieto imposto dalle autorità. Tra il pubblico, molte giovani donne l'hanno applaudita con entusiasmo; sembravano consapevoli di stare assistendo a un momento unico. Alle musiciste iraniane non e' permesso cantare di fronte agli uomini e, in alcune città conservatrici, esibirsi sul palco con uno strumento. "Quando sono salita sul palco, ho visto che tutti gli occhi erano puntati su di me e ho sentito un'immensa responsabilità", ha dichiarato all'Afp dopo l'esibizione. "Dirigere una formazione musicale richiede tanta energia mentale quanto fisica", ha sottolineato l'artista, visibilmente orgogliosa del suo lavoro.
Non si trova invece sui media di Teheran l'altra notizia che riguarda la condizione della donna nel Paese. Hanieh Shariati Roudposhti, atleta e allenatrice di taekwondo residente a Teheran, è stata arrestata dalla polizia religiosa che l'ha portata in un luogo segreto, dopo essersi esibita in strada e aver pubblicato sui social media dei video che la ritraevano senza velo, obbligatorio nella Repubblica islamica. Lo denunciano l'Organizzazione per i diritti umani Hengaw, con sede in Norvegia, e alcuni media come il Daily Mail. Secondo quanto riferito dall'ong, Shariati Roudposhti è stata fermata a Teheran da agenti del ministero dell'Intelligence la sera di domenica 9 novembre 2025 e una fonte vicina alla sua famiglia ha riferito che l'arresto è stato giustificato con la "mancata osservanza del codice di abbigliamento pubblico durante un'esibizione pubblica". La fonte ha aggiunto che, dopo l'arresto, Shariati Roudposhti ha fatto una breve telefonata alla famiglia, esprimendo preoccupazione per la sua situazione e chiedendo aiuto. Da allora, non c'è stata alcuna informazione sulla sua sorte o sulle sue condizioni. Dopo l'arresto, gli account social della donna sono stati presi in consegna dalle agenzie di sicurezza iraniane e la sua pagina Instagram, che aveva quasi 160.000 follower, è stata bloccata e ora mostra lo stemma della Polizia informatica iraniana.
Ad aumentare a dismisura la distanza tra la realtà e l'apparenza in Iran, caratterista precipua del regime teocratico degli ayatollah, cè anche l'ìultimo "editto" della magistratura. "Il nemico sta cercando di rimuovere i valori religiosi dalla mente dei giovani iraniani e di promuovere anomalie sociali attraverso la propaganda della nudità e la rimozione del velo, anche attraverso il cyberspazio", ha dichiarato il capo della magistratura iraniana Gholamhossein Ejei, citato dai media locali, sottolineando: "Ho ordinato al procuratore di Stato e a tutti gli altri procuratori del Paese di chiedere alla polizia e alle forze di sicurezza di identificare e arrestare i gruppi "organizzati", che sono affiliati a stranieri e operano in questo senso agendo come in una guerra di infiltrazione". La sfida pubblica contro la legge sull'hijab, emersa dopo la Rivoluzione islamica del 1979, ha raggiunto il suo apice durante le sanguinose proteste del 2022, innescate dalla morte di Mahsa Amini, a causa della "mancata conformità al codice di abbigliamento islamico". Inoltre, dopo l'attacco israeliano all'Iran a giugno, sono state imposte meno restrizioni alle donne, a causa del timore del governo di un altro oltraggio pubblico, nel mezzo della crisi internazionale.

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