lunedì 7 settembre 2020
Il ricercatore egiziano dell'Università di Bologna è accusato di propaganda sovversiva. Sconosciuta la data della prossima udienza.
Il ricercatore egiziano Patrick Zaky

Il ricercatore egiziano Patrick Zaky - Ansa

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In occasione dei 7 mesi dall'arresto di Patrick George Zaky, una delegazione di Amnesty International Italia ha raccolto 150mila firme per chiedere che sia restituita la libertà allo studente egiziano dell'Università di Bologna, nonché attivista per i diritti umani, arrestato in patria per propaganda sovversiva. Le firme raccolte saranno consegnate da Amnesty in forma privata all'ambasciata d'Egitto a Roma.

Ad anticiparlo è l'Ansa, che ha raccolto l'appello di Riccardo Noury, portavoce di Amnesty Italia. "Siamo preoccupati per la salute fisica e mentale di Patrick", spiega Noury. "Nella prigione di Tora nella quale è detenuto, si continua a morire di Covid-19. A questo si aggiungono la frammentarietà delle comunicazioni con l'esterno e l'incertezza sul futuro", ha aggiunto il portavoce che ci tiene a sottolineare come l'alto numero di firme siano la prova della grande mobilitazione che c'è stata in Italia nel corso dei molti mesi in cui il ricercatore è stato tenuto in carcere. "Confidiamo che le firme verranno prese in consegna dall'ambasciata e che di questa consegna ne venga data comunicazione al governo del Cairo", è l'auspicio di Amnesty. Con questo gesto simbolico la Ong chiederà nuovamente che le accuse verso Zaky siano annullate e che il giovane venga scarcerato dopo oltre 200 giorni di prigionia.

Oltre alle preoccupazioni legate alla salute del ricercatore, soprattutto dopo l'ultima scarna comunicazione fatta avere alla famiglia ( "Sono in buona salute e spero che tu sia in buona salute" c'era scritto sul messaggio), c'è anche ansia sul futuro. Noury ricorda infatti come ad oggi "non si sappia neanche in che data si terrà la prossima udienza. "Speriamo davvero che tutto questo si concluda presto", ha concluso il portavoce.

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