sabato 25 febbraio 2012
Le vittime sono quasi tutte membri della guardia repubblicana. L'attentato è avvenuto nel giorno in cui il presidente ad interim Abd Rabbo Mansour Hadi ha prestato giuramento a Sanaa come successore di Ali Abdallah Saleh. L'azione è stata compiuta da un kamikaze e rivendicata da Al Qaeda.
COMMENTA E CONDIVIDI
Ventisei persone, quasi tutti membri della Guardia repubblicana, sono morte e una trentina sono rimaste ferite oggi in un attentato nel sud dello Yemen nel giorno in cui il presidente ad interim Abd Rabbo Mansour Hadi ha prestato giuramento a Sanaa come successore di Ali Abdallah Saleh, che lascia così il potere dopo quasi 34 anni in seguito a una sollevazione popolare durata un anno.L'attentato è stato compiuto da un kamikaze che si è fatto saltare in aria alla guida di un'auto-bomba all'entrata del palazzo presidenziale per il sud del Paese a Mukalla, capoluogo della provincia di Hadramaut. L'azione è stata rivendicata da Al Qaeda con una telefonata all'agenzia Reuters e fonti militari ritengono plausibile che sia stata effettivamente compiuta dall'organizzazione terroristica, che ha approfittato del caos dei lunghi mesi di contestazione e scontri armati per rafforzare le sue posizioni nel sud e nel sud-est del Paese. Proprio nelle acque del Golfo di Aden al largo di Mukalla l'organizzazione allora guidata da Osama bin Laden colpì con un attentato la petroliera francese Limburg nel 2002. Nelle regioni meridionali dello Yemen è tuttavia attivo anche un movimento separatista che vorrebbe l'indipendenza del sud del Paese. Sempre oggi due soldati sono rimasti uccisi a Aden, ex capitale dello Yemen del Sud prima della riunificazione del 1990, quando sono intervenuti per smantellare una tendopoli di manifestanti separatisti. Nel nord del Paese, invece, è attivo un gruppo di miliziani ribelli sciiti. Intanto Saleh ha fatto ritorno a Sanaa dopo alcune settimane passate negli Stati Uniti per curare i postumi di un attentato subito nel giugno scorso e lunedì rimetterà ufficialmente il potere nelle mani di Hadi, suo vice dal 1994, confermato alla presidenza da un'elezione il 21 febbraio scorso che lo ha visto unico candidato in base ad un accordo per la transizione promosso dai Paesi arabi del Golfo e sostenuto da Onu, Usa e Unione europea. Hadi rimarrà alla presidenza per due anni, durante i quali dovrà essere varata una nuova Costituzione e dovranno essere indette nuove elezioni.Nel discorso pronunciato per il giuramento, Hadi ha sottolineato l'esigenza di assicurare l'unità e l'indipendenza del Paese e di lavorare per la ricostruzione economica, oltre che di "continuare la guerra contro Al Qaeda, che è un dovere patriottico e religioso". Da parte sua Saleh ha chiesto agli yemeniti di appoggiare il nuovo presidente con l'obiettivo di "ricostruire il Paese". "Gli yemeniti vogliono la fine della crisi e voltare pagina", ha sottolineato da parte sua l'inviato dell'Onu, Jamal ben Omar. Molte sono ancora le incognite che rimangono sul successo del processo di transizione, a cominciare dal fatto che diversi posti chiave ai vertici delle forze armate rimangono nelle mani di membri della sua famiglia. Tra questi, il figlio Ahmed Ali, comandante della Guardia repubblicana. L'ex presidente conserva inoltre la guida del principale partito del Paese, il Congresso generale del popolo.
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: