giovedì 2 luglio 2015
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«Un "Grexit" costerebbe all’Europa una somma gigantesca e l’esito è altamente imprevedibile. Forse sarebbe meglio fare un passo in più verso Atene, ridurre l’austerità». È perplesso quando gli si chiede di Grecia Guntram Wolff, il direttore dell’istituto Bruegel di Bruxelles, ai massimi posti nella classifica internazionale per gli istituti di ricerca di economia internazionale. Wolff, tedesco, ha un passato alla Bundesbank e alla direzione generale Affari economici alla Commissione Europea.Che cosa significa che il programma di aiuti sia scaduto il 30 giugno?Siamo in una sorta di limbo, con le banche greche chiuse, il controllo dei capitali. Decisivo sarà il referendum di domenica. Se vincerà il sì, penso che ci saranno intensi negoziati per un terzo programma di aiuti, e qui spero che i creditori siano un po’ più generosi.E se vince il no?Allora probabilmente non ci sarebbero negoziati. I creditori sono assolutamente stufi. Che abbiano ragione o meno, la realtà è questa.Il famoso effetto contagio ci sarebbe?Guardi, nessuno sa davvero come reagiranno i mercati. Per ora i movimenti tutto sommato sono stati contenuti. Difficile dire però che accadrà se domenica vince il no.Diceva che servirebbe un’offerta più generosa da parte dei creditori. Ma il cancelliere Merkel ha già definito "straordinariamente generosa" l’ultima proposta sul tavolo...Beh, così generosa non era, anzi le richieste sono estremamente dure, invece si dovrebbe fare un passo in più.Vale a dire?Vale a dire anzitutto sul fronte dell’avanzo primario (al netto degli interessi sul debito <+CORSIVOA>ndr<+TONDOA>). È vero che la richiesta è stata ridotta all’1% del Pil quest’anno rispetto al 3% iniziale, ma poi si punta a breve a tornare al 3%. Questo vuol dire condannare la Grecia ad altri 2-3 anni di dura austerity, che il Paese non può reggere. Secondo me si dovrebbe concedere ad Atene un avanzo dell’1% per almeno due-tre anni. Solo dopo si potrà chiedere il 2-3%.E la ristrutturazione del debito?Il rimborso del debito andrebbe abbinato alla crescita. Perché se questa rimane a medio lungo termine inchiodata al 2%, una ristrutturazione sarà inevitabile, i nostri studi fino al 2030 lo confermano. Solo con una crescita di oltre il 3%, meglio se al 4 o anche al 5%, Atene sarà in grado di rimborsare i suoi debiti.Vi siete fatti i conti di quanto costerebbe all’Europa un Grexit?Sì, considerando tutto almeno 500 miliardi di euro. Una cifra colossale.Dunque va evitato a tutti i costi?No, a tutti i costi no. Sarà possibile solo se si troverà una soluzione in piena cooperazione, i creditori non potranno cedere completamente, non avrebbe senso lasciare nell’euro una Grecia che rifiuta di cooperare.Il danno però sarebbe anche politico...Sarebbe un clamoroso fiasco politico, tutto il mondo vedrebbe il caos in Europa. Il cui prestigio sarebbe compromesso. E sarebbe un duro colpo anche alla leadership del governo tedesco e del cancelliere Merkel.
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