venerdì 5 aprile 2019
L'annuncio di WikiLeaks, secondo cui vi sarebbe già un accordo con le autorità britanniche, ma un funzionario di Quito ha smentito. Nei giorni scorsi l'accusa di aver «ripetutamente violato» l'asilo
Una campagna di Wikileaks fuori dalla ambasciata ecuadoriana a Londra (Epa)

Una campagna di Wikileaks fuori dalla ambasciata ecuadoriana a Londra (Epa)

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WikiLeaks ha annunciato via Twitter che il fondatore Julian Assange sarà presto cacciato dall'ambasciata dell'Ecuador a Londra. L'espulsione, citando fonti del ministero degli Esteri di Quito, avverrà nel giro di "ore o giorni". Sempre secondo WikiLeaks, Assange sarà arrestato dalle autorità britanniche, con le quali sarebbe già concluso un accordo.

In un post il sito di raccolta fondi di WikiLeaks sostiene che si tratta di un tentativo del presidente dell'Ecuador, Lenin Moreno, di coprire il suo ricorso ad un paradiso fiscale offshore. Per questo "è attualmente indagato e rischia l'impeachment", denuncia nel blog di Wikileaks. Il presidente Donald Trump ha chiesto l'estradizione di Assange negli Usa dove è indagato per la pubblicazione delle e-mail hackerate al partito democratico durante le presidenziali del 2016. Moreno, secondo il New York Times, avrebbe "venduto" Assange agli Usa in cambio di sconti sul debito.

Un anonimo alto funzionario del governo dell'Ecuador ha reso noto che nessuna decisione è stata presa per espellere Julian Assange dall'ambasciata del Paese a Londra nonostante i messaggi inviati via Twitter da Wikileaks. All'inizio della settimana, il presidente dell'Ecuador Moreno, ha accusato Assange di aver "ripetutamente violato" i termini dell'asilo nell'ambasciata dell'Ecuador dove è rinchiuso dal 2012.

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