giovedì 29 marzo 2012
Si sono dati appuntamento nella sede del Parlamento europeo i movimenti per la vita e le organizzazioni pro life di 21 paesi per “fare il punto sulla legislazione nei rispettivi Stati” e per “mettere in comune le buone pratiche” a tutela dell’essere umano in ogni momento dell’esistenza. ​
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Si sono dati appuntamento nella sede del Parlamento europeo i movimenti per la vita e le organizzazioni pro life di 21 paesi per “fare il punto sulla legislazione nei rispettivi Stati” e per “mettere in comune le buone pratiche” a tutela dell’essere umano in ogni momento dell’esistenza. La quarta giornata della Week for Life in corso a Bruxelles è stata presentata da alcuni eurodeputati, guidati dallo spagnolo Jaime Mayor Oreja. Nel pomeriggio i rappresentanti dell’associazionismo europeo schierato per la tutela del nascituro, per una migliore qualità della vita umana, per contrastare “ogni forma di eutanasia” o di violenza sulle persone, hanno proposto esempi intesi a favorire la natalità, la famiglia, la conciliazione tra vita professionale e domestica, la cura dei soggetti malati o anziani. Tra i presenti figuravano, ad esempio, le associazioni Lebenskonferenz (Austria), Jeunes pour la vie (Belgio), Retten til Liv (Danimarca), Elukultuuri Institut (Estonia), Stiftung Ja zum Leben (Germania), Movimento per la vita (Italia), Gift of Life (Malta), Polish Women Forum (Polonia), Pro Vita (Romania), Forum zivota (Slovacchia), Instituto de politica familiar (Spagna), Ja Till Livet (Svezia), Right ti Life (Regno Unito). Da tutti i presenti è emerso un messaggio univoco: l’Ue non sostenga con fondi comunitari la ricerca sulle cellule staminali.
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