mercoledì 4 maggio 2016
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Il Regno Unito torna alle urne a un anno esatto di distanza dalle elezioni generali che hanno consegnato la maggioranza della Camera dei Comuni ai conservatori di David Cameron. Domani si vota in Inghilterra, Galles, Scozia e Irlanda del Nord per rinnovare consigli comunali, assemblee regionali e per eleggere quattro sindaci, tra i quali il successore di Boris Johnson sulla poltrona di primo cittadino di Londra. Si vota anche in due elezioni suppletive per la Camera dei Comuni, a Sheffield e nel Galles del sud. Se un anno fa a giocarsi tutto era Cameron – che peraltro dovrà affrontare una battaglia decisiva nel referendum sull’uscita del Regno Unito dall’Ue del 23 giugno – in questa tornata elettorale ammi- nistrativa chi rischia di più è il leader laburista Jeremy Corbyn. Il Labour, fiaccato dalle continue faide interne tra la corrente di sinistra di Corbyn e la vecchia guardia blairiana e ultimamente colpito dalle accuse di antisemitismo per alcuni suoi esponenti, dovrebbe fare leva sul risultato di domani per proporsi come alternativa politica ai Tories nelle elezioni del 2020. I sondaggi non lasciano però molte speranze. È difficile che possa ripetersi l’exploit del 2012, quando i laburisti, allora guidati da Ed Miliband, nelle ammini-strative in Inghilterra strapparono 500 seggi agli avversari, attestandosi intorno al 39% dei consensi a livello nazionale. Stavolta, le proiezioni indicano per il partito di Corbyn un risultato intorno al 30% a livello nazionale. Il leader in queste ore ostenta sicurezza, escludendo un risultato negativo, ma le previsioni indicano una perdita di almeno 150 seggi. Nella sola Inghilterra a votare saranno in 16 milioni, per il rinnovo dei consigli di 124 amministrazioni locali, per un totale di 2.743 seggi. Oltre che a Londra, si sceglieranno anche i nuovi sindaci a Bristol, Liverpool e Salford. Nella capitale i sondaggi della vigilia danno per favorito il candidato del Labour, il 45enne Sadiq Khan, di origini pachistane. Se Khan batterà il 41enne conservatore Zac Goldsmith, sarà la prima volta che Londra verrà guidata da un sindaco di fede musulmana. In ballo ci sono anche i 25 seggi della London Assembly, l’organo che controlla l’operato del primo cittadino. Il consiglio uscente è stato governato da una maggioranza di centrosinistra (12 consiglieri Laburisti e 2 Verdi). In Scozia si eleggono i 129 membri del Parlamento regionale. Il sistema elettorale prevede l’elezione di 73 deputati in altrettanti collegi. Gli altri membri vengono invece eletti in otto circoscrizioni più ampie, sette per ciascuna circoscrizione. Ancora una volta, ci si attende un’ampia vittoria dello Scottish National Party, guidati dalla first minister Nicola Sturgeon. Alcuni sondaggi lasciano però spazio a dei limitati margini di sorpresa, prevedendo un lieve calo dell’Snp rispetto al risultato ottenuto nel 2011 (65 deputati). La battaglia per il secondo posto – e per il ruolo di opposizione ufficiale nel Parlamento di Holyrood – è tra i laburisti scozzesi e i conservatori. Una larga vittoria dell’Snp potrebbe definitivamente consacrare il dominio del partito al di là della frontiera con l’Inghilterra, autorizzandolo a pieno titolo a portare avanti la sua campagna per l’indipendenza della Scozia, dopo il fallimento del referendum di due anni fa. Al voto andranno domani anche gallesi e nordirlandesi per il rinnovo dei loro rispettivi Parlamenti. © RIPRODUZIONE RISERVATA Alle urne per Comuni, assemblee regionali e quattro sindaci: a Londra potrebbe vincere l’islamico di origini pachistane Sadiq Khan. In Scozia atteso il successo dei nazionalisti Il laburista Jeremy Corbyn (Reuters)
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