lunedì 13 giugno 2022
Per il presidente francese molto deludente il primo turno delle elezioni legislative, in cui ha ottenuto il 25,75% contro il 25,66% della gauche
Il leader della coalizione di sinistra Ensemble, Jean-Luc Mélenchon

Il leader della coalizione di sinistra Ensemble, Jean-Luc Mélenchon - Ansa

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Nell’entourage del presidente francese Emmanuel Macron, sono ore di grande agitazione, dopo il primo turno molto deludente delle elezioni legislative domenicali, macchiate da un astensionismo record al 52,49%.

La coalizione dell’opposizione di sinistra, la Nupes, guidata dal controverso leader anticapitalista Jean-Luc Mélenchon, è lo schieramento che ha ottenuto il numero più alto di deputati eletti già al primo turno, senza dover ricorrere ai ballottaggi di domenica prossima: 4, contro appena 1 per la coalizione Ensemble riunita attorno a Macron.

Ma soprattutto, in termini di equilibri politici d’insieme, il totale dei voti andati ad Ensemble è solo d’un soffio superiore a quello della Nupes: 25,75% per Macron, contro il 25,66% per la gauche.

Per la prima volta da quando si è insediato al centro della scena politica francese, Macron vede dunque il proprio predominio seriamente minacciato.

Tecnicamente parlando, il presidente non ha perso le elezioni. In effetti, in virtù di migliori trasferimenti di voti attesi dagli elettori dei partiti sconfitti, i ballottaggi di domenica prossima dovrebbero permettere a Macron di distanziare la gauche in termini di seggi all’Assemblea Nazionale.

Secondo l’istituto di sondaggi Ipsos, Macron potrebbe conquistare fra 255 e 295 seggi, mentre le previsioni per la gauche sono comprese fra 150 e 190 deputati. Seguirebbero il centrodestra neogollista (fra 50 e 80) e l’ultradestra lepenista (fra 20 e 45).

Rispetto alla scorsa legislatura, comunque, il presidente avrà probabilmente dei problemi di governabilità.

Galvanizzato dal risultato, il leader anticapitalista Mélenchon ha invitato gli elettori a «sommergere» Macron fra una settimana. Ma il «tribuno rosso» 70enne resta una figura controversa che spaventa l’elettorato moderato. Un fattore su cui punta proprio la coalizione presidenziale, a cui non è ancora matematicamente precluso l’obiettivo della maggioranza assoluta di 289 deputati.

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