martedì 3 ottobre 2023
I ministri dei 27 si sono riuniti fuori dai confini. Fa paura la frenata Usa sui fondi: in cassa solo 5 miliardi di dollari. «Ma Putin non speri di durare più di noi». La Slovacchia rompe il fronte
Per la prima volta i ministri degli Esteri della Ue si sono riuniti a Kiev

Per la prima volta i ministri degli Esteri della Ue si sono riuniti a Kiev - Ansa

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Dopo quasi venti mesi di guerra, per la prima volta i ministri dei Paesi Ue si sono riuniti fuori dai confini dell’Unione. E se dalla dalla Repubblica Ceca come dall’Ungheria arriva il no per Kiev nella Nato, il vertice informale di ieri ha voluto significare che «il futuro dell'Ucraina è all'interno dell'Unione Europea», ha ribadito il commissario di Bruxelles agli Esteri, Josep Borrell. Ma tra i capi delle diplomazie dei 27 si aggirava lo spettro di un nuovo asse dei Paesi Visegrad in chiave anti-Ucraina, dopo la vittoria del candidato filorusso alle elezioni in Slovacchia. Il ministro degli Esteri ucraino Kuleba ha ostentato cautela: «È troppo presto per giudicarne l’impatto». Non solo dal fianco est dell’Europa, anche dagli Usa giungono messaggi ambivalenti, con la portata del sostegno militare e di quello finanziario periodicamente messi in discussione e frutto di complesse negoziazioni tra democratici e repubblicani.
«Il sostegno di Washington a Kiev non si è indebolito. Biden ha creato una coalizione internazionale di 45-55 Paesi a sostegno dell'Ucraina. Se Putin pensa di durare più a lungo di noi si sbaglia», ha detto la portavoce della Casa Bianca Karine-Jean Pierre. Secondo il Wall Street Journal il Pentagono dispone di oltre 5 miliardi di dollari per fornire armi e assistenza di sicurezza all'Ucraina, dopo che il Congresso ha approvato una misura per evitare lo shutdown che non include fondi per Kiev. Prima di esaurire le scorte ci vorranno sei mesi.

Il risultato elettorale di Bratislava sta creando allarme, in vista anche del voto in Polonia tra dieci giorni, quando l'attuale maggioranza di governo potrebbe uscirne ridimensionata. Il ministero degli Esteri della Slovacchia ieri a Kiev ha dichiarato di aver convocato un rappresentante dell'ambasciata russa per protestare contro le dichiarazioni del capo dei servizi segreti di Mosca, Sergeij Naryshki, che è intervenuto nel giorno di silenzio elettorale diffondendo «false informazioni - è l’accusa - sul rischio dell’integrità territoriale della Slovacchia». Il premier in pectore Robert Fico, si è impegnato a porre fine al sostegno militare slovacco all'Ucraina e si è opposto alle sanzioni contro Mosca, ricalcando le analoghe dichiarazioni del presidente ungherese Victor Orban. I rapporti tra Kiev e Budapest sono tesissimi. Ieri si è appreso che il 29 settembre, nell’estremo tentativo di ottenere l’ok di Orban per sbloccare 500 milioni di euro Ue per l’assistenza militare, l’Ucraina aveva rimosso la banca ungherese “Otp” dalla lista degli «sponsor internazionali della guerra». Ma la posizione di Orban non è cambiata. L'estate si è conclusa con il bilancio della controffensiva militare ucraina al di sotto delle attese. I leader occidentali speravano di poter osservare una avanzata più rapida prima che il fango e la nave congelino le posizioni.

«Ma la nostra vittoria dipende dalla nostra cooperazione con voi», ha ribadito il presidente ucraino Volodymyr Zelensky. Borrel ha ricordato come in realtà l’aiuto complessivo dell’Ue in armi, accoglienza dei profughi, sostegno finanziario, è il più alto in assoluto. Fatti i conti: circa 50 miliardi in equipaggiamento militare (40 gli Usa) e 90 miliardi in sostegno finanziario (poco più di 20 dagli Usa), secondo uno studio dei ricercatori di tracciano i flussi per il progetto “The Ukraine support tracker”. Il ministro degli Esteri tedesco, Annalena Baerbock, ha invitato a preparare l'Ucraina per il prossimo inverno, anche attraverso i, potenziamento della difesa aerea e la garanzia di forniture energetiche, dopo che l'anno scorso la Russia ha bombardato ha bombardato le infrastrutture energetiche dell'Ucraina lo scorso anno. Intanto il responsabile della politica estera dell'Unione Europea Josep Borrell, ha annunciato di aver proposto una nuova dotazione pluriennale del Fondo europeo per la pace, fino a 5 miliardi di euro per il prossimo anno. «L'Italia lavora all'ottavo pacchetto di armi», ha annunciato il ministro degli Esteri Tajani. Non solo, il nostro Paese assumerà il patronato della ricostruzione della città e della regione di Odessa. E una nota congiunta italo-ucraina conferma «l’intenzione dell'Italia di contribuire alla ricostruzione della Cattedrale Ortodossa della Trasfigurazione di Odessa e dei siti culturali danneggiati del Centro storico cittadino». Di certo c’è che Mosca, forte del patto dei droni con l’Iran, sta intensificando i raid. A giugno gli “Shahed” di fabbricazione iraniana scagliati contro l’Ucraina erano stati 197, poi 246 a luglio e 167 ad agosto. A settembre si è superata la soglia di 500 attacchi con velivoli kamikaze comandati a distanza. E al termine del summit di Kiev non ha mancato di farlo sapere dirigendo sull’Ucraina una nuova ondata di attacchi.

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