mercoledì 29 marzo 2017
Firmato un ordine esecutivo che annulla le politiche ambientali del democratico
Trump cancella il clima di Obama: stop alla riduzione delle emissioni
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È bastata una firma su un ordine esecutivo per cancellare otto anni di politiche a favore dell’ambiente. Donald Trump non ha mostrato ieri alcuna remora nell’annullare una serie di provvedimenti voluti da Barack Obama contro il riscaldamento globale, allo scopo, a suo dire, di «togliere le restrizioni alla produzione di energia americana» e ricreare migliaia di posti di lavoro persi nelle miniere con le norme introdotte da Obama. La firma dell’Energy Independence Executive Order è avvenuta simbolicamente nella sede della Environmental Protection Agency (Epa), l’agenzia federale che si occupa di ambiente. All’Epa viene imposto di rivedere il Clean Power Plan del 2015, che prevede la riduzione delle emissioni delle centrali elettriche a carbone del 32% rispetto al 2005 entro il 2030.

Si tratta di una norma fondamentale, non ancora applicata per l’opposizione in tribunale di repubblicani e aziende, per spingere gli Stati Uniti a rispettare l’impegno preso con gli accordi sul clima di Parigi nel dicembre 2015; un accordo su cui l’Amministrazione Trump non ha ancora preso una decisione: abbandonarlo, come minacciato in campagna elettorale, oppure no, come pare abbia suggerito anche il colosso petrolifero Exxon?

È stata inoltre eliminata la direttiva dello scorso agosto che prevedeva il calcolo del «costo sociale del carbone», con cui quantificare i danni provocati dalle emissioni di anidride carbonica, ed è stato cancellato il divieto temporaneo sul rilascio di nuove concessioni di carbone nelle terre federali, deciso da Obama all’inizio del 2016. «Stiamo mettendo fine alla guerra al carbone, rimetteremo i minatori al lavoro », ha sottolineato Trump. Cancellati inoltre i tagli previsti alle emissioni di metano provocate dall’estrazione di petrolio e gas. L’ordine ha eliminato anche una serie di direttive, come quella che prevede che le agenzie governative prendano in considerazione il cambiamento climatico al momento di giudicare i progetti energetici e la costruzione di infrastrutture. «Questo ordine aiuterà a tenere l’energia e l’elettricità affidabili, pulite e a costi sostenibili, in modo da dare slancio alla crescita economica e alla creazione di posti di lavoro», ha sottolineato il portavoce della Casa Bianca, Sean Spicer. Secondo la Casa Bianca, l’obiettivo è duplice: proteggere l’ambiente e creare posti di lavoro. Gli Stati Uniti sono il secondo maggior produttore di anidride carbonica al mondo, dopo la Cina. Trump, che ha più volte parlato del riscaldamento globale come di un «imbroglio», ha spesso criticato le leggi sul clima definendole un attacco ai lavoratori americani e all’industria del carbone.

Scadrà intanto stasera alle 22 ora italiana il termine per presentare domanda per partecipare alla costruzione del muro con il Messico. Le aziende interessate, ha specificato l’Amministrazione, devono presentare piani che includano un muro «fisico», perché un progetto basato solo sulla tecnologia «non è abbastanza». Il governo ha chiesto formalmente 1 miliardo di dollari per i primi 99,7 chilometri di muro con il Messico. I fondi serviranno per le riparazioni di alcune infrastrutture di confine già esistenti e per la costruzione di 77,2 chilometri di muro nuovo. La richiesta è contenuta in un supplemento alla finanziaria. La popolarità di Trump, infine, è ancora è in calo: secondo un sondaggio Gallup solo il 36 per cento degli americani approva l’operato del presidente americano, mentre il 57 per cento degli intervistati disapprova le sue iniziative, il 3 per cento in più rispetto a dieci giorni fa. La prossima settimana, il 6 e 7 aprile, Trump riceverà il presidente cinese Xi Jinping nella sua residenza di Mar-a-Lago, in Florida.

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