martedì 29 marzo 2016
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Senatore in rimonta dopo le vittorie a Ovest Hillary «spaventata». Trump fa causa a Cruz Una cavalcata fino alla fine. Questo vuole il candidato per la nomination democratica Bernie Sanders, che non intende ancora concedere la vittoria alla favorita Hillary Clinton nonostante lo scarto nella conta dei delegati. Così, all’indomani della triplice vittoria nei caucus dello stato di Washington, dell’Alaska e delle Hawaii, Sanders punta ad una battaglia all’ultimo voto fino a sfidare la rivale proprio nello Stato tra quelli a lei più favorevoli, New York, di cui è stata senatore e che vota per le primarie democratiche il prossimo 19 aprile. Il piano è di andare all’attacco con un tour serratissimo e uno schema simile a quello applicato con successo in Michigan, dove nelle scorse settimane il senatore liberal ha messo a segno un sorpasso inaspettato. E la vittoria conseguita sabato scorso ad Ovest – una delle giornate migliori per il senatore del Vermont – non può che rafforzare questo piano, insieme con la convinzione che anche in Wisconsin, dove si vota il 5 aprile, Sanders abbia una chance. Una possibile resa dei conti a New York può rivelarsi anche un test per il partito democratico, una verifica su quanto e come possa ricomporsi per lo sprint finale delle presidenziali. Sabato il principale obiettivo di Sanders era lo stato di Washington con 101 delegati in palio, contro i 25 della Hawaii e i 16 dell’Alaska, tutti assegnati proporzionalmente. Sanders si è aggiudicato il primo con il 72,3% dei consensi contro il 27,6% della Clinton. Anche in Alaska lo scarto è stato eccezionale, con l’80,7% delle preferenze per il candidato liberal contro il 19,3% di Hillary. Alle Hawaii, infine, Sanders l’ha spuntata con il 71% dei consensi, contro il 29% dell’ex segretario di Stato. Ampi margini in tutti e tre i casi, quindi. «Stiamo seriamente intaccando il vantaggio del segretario Clinton, abbiamo un varco verso la vittoria», ha esultato Sanders davanti a 8mila sostenitori a Madison, in Wisconsin. «È innegabile che il momento per noi sia di spinta e quello che vediamo è un’affluenza enorme: vincere significa anche coinvolgere la gente nel processo politico», ha osservato il senatore elencando i trionfi negli stati del West dopo le disfatte che gli sono state inflitte dalla Clinton nel profondo Sud, molto conservatore. E se i caucus rap- presentano la formula più congeniale per la macchina elettorale di Sanders, l’affluenza registra livelli record. Ora il senatore punta dritto su New York, il 19 aprile, dove la posta è di 247 delegati ma dove Hillary viene data per favorita così come il 26 aprile prossimo in Pennsylvania, Connecticut, Delaware, Rhode Island e Maryland, quando saranno assegnati quasi 400 delegati. «Credo che il momento sia nostro, molti super delegati ora potranno ripensare il loro sostegno ad Hillary Clinton», ha aggiunto Sanders, sottolineando che il grande vantaggio che la favorita ha su di lui nella conta dei delegati – 1712 a 1004 – è dovuto soprattutto ai 469 super delegati, cioè deputati, senatori e rappresentanti del partito che hanno dato il loro sostegno alla Clinton ancora prima dell’inizio delle primarie. Secondo il senatore del Vermont, i super delegati, che sono liberi di scegliere e cambiare il candidato da sostenere, «cominceranno a guardare alla realtà, cioè che noi siamo capaci di battere Donald Trump con un vantaggio maggiore del segretario Clinton». Inoltre Sanders ha ricordato come alcuni di questi super delegati possono essere eletti in «stati dove noi vinciamo con il 40-50%, credo che i loro stessi elettori diranno loro: “Perché non sostenete la gente del vostro stato e votate per Sanders?”». In campo repubblicano, intanto, il favorito Donald Trump minaccia di fare causa a Ted Cruz, lamentando che il senatore ultraconservatore potrebbe ottenere più delegati di lui in Louisiana, nonostante sia stato il tycoon a vincere le primarie del partito in quello Stato. Il favorito del Grand Old Party, che ha conquistato lo stato con uno scarto del 3,6% lo scorso 5 marzo, ha ottenuto inizialmente 18 delegati come il rivale, ma ora Cruz potrebbe finire con ben 10 delegati in più a causa di complicate procedure post-voto. Così, il re del mattone minaccia di intraprendere una clamorosa azione legale. © RIPRODUZIONE RISERVATA LA RINCORSA. Il democratico Bernie Sanders in Oregon (Ansa/Ap)
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