lunedì 1 giugno 2020
Sesta notte di proteste per la morte dell'afroamericano Floyd per mano di un agente bianco. Arrestata la figlia del sindaco di New York. Feriti oltre 50 agenti. Trump ai governatori: siate più duri
America in fiamme, 4mila dimostranti fermati, ancora morti

Reuters

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Un uomo è stato ucciso a Louisville, in Kentucky, durante le proteste per la morte di George Floyd, il 46enne afroamericano tenuto immobilizzato da un poliziotto per nove minuti con il ginocchio sul suo collo, lunedì scorso a Minneapolis. Secondo quanto riportato dai media americani, fra i quali Abc e Cbs, il manifestante è morto dopo che la polizia e la Guardia Nazionale del Kentucky hanno "risposto al fuoco" per disperdere la folla.

Sempre nel corso delle proteste, due persone sono state uccise e un agente è rimasto ferito in una sparatoria a Davenport, Iowa. Il capo della polizia locale, Paul Sikorski, ha riferito in una conferenza stampa che tre agenti hanno subito un agguato mentre erano in pattugliamento e che vari colpi d'arma da fuoco hanno colpito la loro auto e ferito uno di loro, che non è in pericolo di vita. Arrestate diverse persone che fuggivano a bordo di un'auto.

Il presidente Trump ha chiesto ai governatori degli Stati Uniti, parlando con loro in videoconferenza, di essere più duri. "Dovete arrestare le persone" per fermare le violenze.

I funerali di Floyd si svolgeranno il 9 giugno a Houston in Texas. Lo ha reso noto il legale della famiglia Floyd, Ben Camp. Il 4 giugno ci sarà un memoriale a Minneapolis, dove l'uomo viveva quando è stato ucciso mentre la sua famiglia risiede in Texas. Un secondo
memoriale è previsto nella Carolina del Nord, dove George Floyd è nato. Il funerale, martedì 9 a Houston alle 11, sarà preceduto dalla camera ardente la sera di lunedì 8 giugno.

Con il camion sulla folla: sottratto al linciaggio e arrestato

E' stato arrestato il camionista alla guida dell'autocisterna lanciata ieri sul cavalcavia di una superstrada di Minneapolis contro la folla di dimostranti. L'uomo è stato soccorso dalla polizia dopo essere stato trascinato fuori dall'abitacolo dai manifestanti e picchiato. Si trova in carcere mentre è stata diffusa la sua foto segnaletica,ripresa da vari media fra cui Wcco, canale online della Cbs. Si tratta di un 35enne di nome Bogdan Vicherko. Nessun manifestante è rimasto ferito.

Il giudice dovrà accertare se il gesto di lanciare il mezzo contro la folla sia stato intenzionale o accidentale. In quel momento sul cavalcavia c'erano 5-6.000 manifestanti. Visionando i filmati di quell'episodio, il sovrintendente alla sicurezza di Minneapolis, citato da Wcco, ha detto: "È una delle cose più pericolose che abbia mai visto". Nei filmati si vedono alcuni manifestanti che tirano fuori Vicherko e lo picchiano, mentre altri di loro cercano di proteggerlo.

Sesta notte da incubo: 50 agenti feriti, 2.500 arresti

Quella tra domenica e lunedì è stata la sesta notte da incubo negli Stati Uniti: migliaia di manifestanti hanno violato il coprifuoco imposto nelle principali città per marciare e protestare contro la morte di George Floyd, il 46enne afroamericano tenuto immobilizzato da un poliziotto per nove minuti con il ginocchio sul suo collo. Le violenze non hanno risparmiato l'area che circonda la Casa Bianca, nella capitale Washington anch'essa sotto coprifuoco dalle 23 alle 6. Il presidente Donald Trump, riportano i media americani, già venerdì era stato costretto a ripararsi per sicurezza nel bunker dell'edificio, con la moglie Melania e il figlio Barron.

Le proteste hanno raggiunto l'area della Casa Bianca a Washington

Le proteste hanno raggiunto l'area della Casa Bianca a Washington - Reuters

Nella notte i tafferugli e gli scontri tra i rivoltosi e il Secret service sono andati avanti per ore. Sono almeno cinquanta i feriti, secondo Fox News, tra gli uomini della sicurezza della Casa Bianca. Gli arresti tra i manifestanti si calcolano in 2.500 nel fine settimana. Solo nella notte, a Minneapolis dov'è morto Floyd, sono state fermate 150 persone.

Al coprifuoco, imposto in almeno quaranta città con la Guardia nazionale intervenuta in sedici Stati oltre che nella capitale, i cittadini hanno risposto con il fuoco. Edifici, bidoni dell'immondizia, mezzi della polizia sono stati dati alla fiamme. A Lafayette Park di Washington, a pochi passi dalla residenza presidenziale, la folla ha acceso diversi grandi incendi. Polizia e militari hanno risposto con gas lacrimogeni, spray al pepe e granate stordenti. Le fiamme - subito estinte - hanno attinto anche l'ingresso della chiesa di St. John, nota come la chiesa dei presidenti perché frequentata dai capi di Stato, compreso Trump. A St. Paul un uomo è stato arrestato perché ha sfondato alla guida di un camion una transenna che proteggeva i manifestanti e ha rischiato di investirli.

Reuters

New York, arrestata la figlia di De Blasio. Saccheggi in California

A New York tra i quasi 790 arrestati c'è anche la figlia del sindaco di New York City, la 25enne Chiara de Blasio, che sabato sera si era rifiutata di lasciare una strada di Manhattan sgomberata dagli agenti. Successivamente è stata chiamata in giudizio e rilasciata.

Tensione alle stelle anche in California, dove i soldati della Guardia Nazionale armati hanno circondato i gradini del municipio di Los Angeles e le città della California hanno dichiarato il coprifuoco domenica per scongiurare nuova violenza dopo che i manifestanti hanno bruciato auto della polizia, fatto irruzione nei negozi e attaccato i poliziotti. In più di 20 città, saccheggiatori sono entrati nei negozi e sono fuggiti con scatole di scarpe da ginnastica, vestiti, telefoni cellulari e TV. Quasi 400 persone sono state arrestate a Los Angeles.

Reuters

La protesta, e gli scontri, hanno interessato anche il Canada. Migliaia di persone hanno marciato domenica a Montreal per denunciare il razzismo e la violenza della polizia durante una manifestazione che nella sera è degenerata in scontri e saccheggi nel centro della città. Per oltre tre ore, circa 10mila persone, secondo stime non ufficiali, hanno sfilato per il centro della città. Ma subito dopo l'ordine di dispersione arrivato in prima serata, la violenza è scoppiata nel centro della città quando un gruppo di manifestanti ha lanciato oggetti contro la polizia, che ha risposto con gas lacrimogeni. Diverse vetrine sono state saccheggiate: alcuni rivoltosi sono stati ripresi in fuga con televisori e chitarre elettriche rubate.

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